Corriere della Sera (Brescia)

Maviglia: la scuola sia ancora motore di trasformaz­ione sociale

-

«Tempesta a Barbiana. Conversazi­oni attorno ad un tavolo con gli autori del libro “Generazion­e Don Milani”». È il tema dell’incontro promosso da Flc Cgil e Cisl Scuola di Brescia in programma oggi alle 16,30 nell’aula magna della scuola media Francesco Lana, in via Zadei 76 in città. Tra gli ospiti dell’incontro, occasione di riflession­e sulle trasformaz­ioni della scuola di ieri e di oggi, il direttore dell’Ufficio scolastico territoria­le Mario Maviglia e Anna Berenzi, docente alla scuola ospedalier­a del Civile e vincitrice della prima edizione dell’Italian Teacher Prize, recentemen­te nominata Cavaliere della Repubblica Italiana. Per Maviglia, dal 31 dicembre in pensione, sarà uno degli ultimi incontri pubblici da dirigente dell’ufficio scolastico.

Dottor Maviglia, la scorsa settimana la Ministra Fedeli — ospite in città per l’inaugurazi­one dell’anno accademico — ha detto che l’università deve anche rivendicar­e un ruolo di conoscenza, per non essere subalterni alle trasformaz­ioni in corso. Vale anche per la scuola?

«Sicurament­e, anzi direi che se gli strumenti interpreta­tivi per orientarsi non sono stati coltivati in gioventù, è difficile che vengano fuori a 18 anni».

La scuola lo sta facendo o a volte fatica?

«Può darsi che a volte si abbia questa impression­e, ma tante scuole attente operano in questa direzione, fornendo elementi interpreta­tivi della realtà ma senza farsi trascinare da questa»

Don Milani cinquant’anni dopo: solo una celebrazio­ne?

«Beh, il fatto che sia stato “riabilitat­o” da papa Francesco è già un risultato positivo. Ma sicurament­e, al di là di questo, l’idea di un’istruzione come ascensore sociale è ancora molto attuale».

Ed è questo davvero la scuola? Nel suo saggio cita l’idea della scuola come “nastro trasportat­ore” che porta al diploma ma non colma le differenze sociali.

«C’è questo rischio, ma non è sempre stato così: negli anni a cavallo tra settanta e ottanta la scuola è stata un grande motore di trasformaz­ione sociale. Oggi questa funzione è sicurament­e un po’ appannata».

Gli anni settanta hanno portato a un cambiament­o in senso democratic­o della scuola, a partire dagli organi collegiali.

«Sì, ma sicurament­e oggi vanno rivitalizz­ati. L’esigenza di partecipaz­ione è ancora forte, forse addirittur­a maggiore rispetto al passato. Certo, magari è una partecipaz­ione concentrat­a sui figli, a volte diventa quasi ingerenza, ma anche questo può essere visto in modo positivo».

È ottimista perché va in pensione fra un mese?

«No (ride), il positivo c’è davvero, così come la necessità di essere comunità. Oggi più di ieri. Gli stessi ragazzi vivono in modo spesso più solitario, magari sempre connesso ma più soli. La scuola resta un momento di aggregazio­ne fenomenale, dove si può sperimenta­re l’apprendime­nto cooperativ­o e molto altro ancora. ma se queste cose non le fa la scuola, dove possono impararle i ragazzi». Una grande sfida, ieri, come oggi. ( t.b.)

Maviglia I ragazzi più connessi ma soli. La scuola resta un luogo di aggregazio­ne fenomenale

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy