Medici di base senza più tutele
In occasione del Convegno organizzato dalla Fondazione Giorgio Brunelli il direttore generale dell’Ats di Brescia ha detto: «I Medici di Base non hanno la professionalità sufficiente. Servirebbe una vera e propria specialità universitaria». Queste dichiarazioni hanno creato sconcerto in tutti noi e poco è servita la replica/precisazione dopo qualche giorno dallo stesso Carmelo Scarcella. Mi permetto di fare alcune considerazioni: 1)Riteniamo che il Corso Triennale per la Medicina Generale possa e debba essere migliorato nei suoi contenuti formativi. Certamente in Lombardia va adeguato il numero dei posti (solo 90 a fronte di un’esigenza almeno di 200/anno) per garantire il normale ricambio di Medici di medicina generale (Mmg). L’Unione medici italiani è assolutamente contrario ad affidare all’Università la formazione della gestione del corso. L’Università ha già destabilizzato gli ospedali e non vogliamo che destabilizzi anche il settore delle Cure Primarie. 2)In merito alla professionalità il direttore generale ha espresso una convinzione diffusa negli ambienti politicoamministrativi regionali. Una prova di ciò è il modello lombardo della cronicità che ha escluso il Mmg dalla presa in carico dei propri malati cronici/fragili. La Regione non riuscendo a limitare l’autonomia gestionale del singolo Mmg garantita da un accordo nazionale ha tolto la titolarità al Mmg dandola a «gestori» e «co-gestori» inventati di sana pianta. Nel caso dei “co-gestori” la presa in carico è affidata alle strutture pubbliche/private a cui compete la stesura del «Patto di Cura» ed attraverso un medico specialista anche alla redazione del Pai (Piano assistenziale Individuale). In questo caso il Mmg è di fatto completamente escluso dalla gestione del proprio assistito. Il ruolo residuale sarà la piccola patologia acuta e certamente la parte burocratica ed altri compito poco gratificanti per lo specialista tipo le visite a domicilio che i medici specialisti ospedalieri non saranno in grado di fare anche pe la grave carenza degli organici. Nel caso del «gestore», specie di società di servizi o cooperative, il Mmg, anche grazie al primo ricorso Umi, ha mantenuto la redazione del Pai, ma non quella del “Patto di Cura” che resta affidato al “gestore” (cioè alla società) che è il titolare della presa in carico. Questa titolarità è fondamentale perché la Regione, fuori dai vincoli dell’accordo nazionale e quindi senza più tutela per i medici aderenti, può imporre ai Mmg, tramite la società ogni limitazione organizzativa, ma anche prestazionale, che in quanto soci ad una società aderente al modello lombardo non potranno esercitare la loro autonomia decisionale pena l’esclusione dalla società o peggio causare che la stessa società possa essere esclusa dall’elenco dei gestori idonei e quindi perdere il ruolo di «gestore». Questo è l’obiettivo della Regione, delle Ats e delle Asst che hanno ottenuto un Mmg “orfano” cioè non più garantito dalla tutela sindacale e quindi senza più poter esercitare la propria autonomia gestionale e professionale. A questi Mmg sarà chiesto di seguire percorsi precostituiti a livello regionale sia clinici sia organizzativi dalla loro stessa società su indicazioni della Regione tramite Ats ed Asst. In questa logica ed in previsione di sollecitare e favorire l’adesione dei cittadini al modello lombardo della cronicità si vuole squalificare la figura del Mmg che solo sotto tutela dei ”gestori” e dei “co-gestori” potrà ancora essere sopportato. Questa operazione ha trovato l’adesione dei direttori generali delle Ats ( compreso quello di Brescia) e Asst che non si riescono a sottrarre alle direttive regionali e poi, senza tanti scrupoli, «picchiano duro» contro i Mmg. Ecco perché l’UMI ha sempre chiesto alla controparte regionale la “contrattualizzazione” del modello lombardo della cronicità per salvare la Medicina Generale come prevista dalle leggi e mantenere i medici sotto la garanzia dell’Accordo nazionale e godere ancora della autonomia gestionale e professionale a tutto vantaggio di una libera assistenza dei malati.
Falsetti (Umi) La Regione non riuscendo a limitare la nostra autonomia toglie la gestione dei cronici