Tiziano, è corsa per gli sponsor
Un nuovo appello: «Senza la mostra è a rischio» Di Corato: «Opere straordinarie»
Anche senza il polittico Averoldi, che si potrà comunque visitare in chiesa, la mostra su Tiziano e la pittura del Cinquecento tra Brescia e Venezia» «avrà prestiti straordinari» assicura Di Corato. Ma è corsa agli sponsor, «senza la mostra è a rischio».
Ecce Tiziano: il genio bulimico, ossessionato dal colore e spilorcio che osava farsi raccogliere i pennelli caduti da Carlo V, lascerà comunque un segno in Santa Giulia. Se il polittico Averoldi è sacro e inamovibile dalla chiesa dei Santi Nazaro e Celso, «avremo la Madonna con bambino tra Sant’Antonio da Padova e San Rocco del Prado, la Madonna con bambino del Liechtenstein di Vienna e la Sacra famiglia con San Giovannino del Poldi Pezzoli, per citare qualche prestito» dice Luigi Di Corato, direttore di Brescia Musei.
La lista dei prestiti richiesti è inclusa nell’allegato del bando per la ricerca di sponsor: per saldare i preventivi della mostra «Tiziano e la pittura del Cinquecento tra Venezia e Brescia», la vernice il 21 marzo, alla fondazione servono 400 mila euro. La data di scadenza dell’avviso sarà rivista e corretta: «Sarà prorogato». Se non dovessero arrivare bonifici, la mostra sarà cancellata dal cartellone di Santa Giulia: «Non succederà — dice Bruno Barzellotti, consigliere di Brescia Musei —. Siamo fiduciosi: il progetto ha un valore culturale e scientifico indiscutibile, anche in vista della riapertura della Pinacoteca. Sono certo che le banche vorranno partecipare». Il notaio Mario Mistretta sottoscrive ogni virgola: «Il nostro bilancio è rigido, e non possiamo chiedere sforzi al Comune: per questa operazione dobbiamo avere l’appoggio della città».
Il Tiziano-gate, il gran rifiuto delle parrocchie di prestare il polittico per un atto di fede al decreto ministeriale del 2009 e i virgolettati al cianuro di Forza Italia potrebbero dissuadere mecenati: per Di Corato è «una polemica che sta creando un grave danno all’intera città. Non avere l’Averoldi è un peccato: riconosco come un mio errore quello di aver parlato prima con la Diocesi che con i parroci, ma ho seguito la legge alla lettera». Il polittico da cui scaturisce sarà comunque evocato, insistendo sulle suggestioni con cui ha contagiato gli artisti bresciani. «Stiamo studiando in che modo». L’idea — suggerita da monsignor Federico Pellegrini — di un percorso diffuso e di una mostra che dal museo si dipanasse nelle chiese della città, tra i segni di Tiziano e del Cinquecento, era già scritta nel bando per la ricerca di un partner (Civita Mostre, ndr): «Valorizzare il patrimonio della città in una prospettiva internazionale per noi ormai è prassi — ricorda Di Corato —. Non a caso, in questi anni, abbiamo stretto relazioni con le accademie, l’Ateneo, l’Aab, il Museo Diocesano». Ieri, Forza Italia ha messo all’ordine del giorno del prossimo consiglio comunale un’interrogazione sulla mostra: il vice sindaco Laura Castelletti non prende lezioni «da chi ci ha lasciato solo macerie: una truffa da 800 mila euro (lo scandalo Artematica,
ndr) e una reputazione persa che abbiamo dovuto ricostruire. Andrea Brunello non è piovuto dal cielo: è stato scelto dalla giunta precedente senza un bando pubblico. A differenza del passato, noi lasceremo in eredità un metodo di lavoro chiaro e trasparente e 200 mila visitatori all’anno nei musei contro i 70 mila della giunta precedente. Forza Italia vuol costruire una polemica inesistente, sperando che i bresciani si dimentichino di cosa ha fatto negli anni precedenti». Tra i lasciti della giunta Del Bono potrebbero esserci anche le tappezzerie di Anish Kapoor in Pinacoteca: «È un sogno che continuo a perseguire. Lo realizzeremo nel momento in cui ci saranno le condizioni».
Di Corato Il percorso nelle chiese era già stato previsto Castelletti La giunta Paroli ha lasciato solo macerie