Corriere della Sera (Brescia)

Giovane rapito tra Turchia e Siria La polizia e il ministero al lavoro

Alessandro Sandrini, 32 anni: «Mi hanno sequestrat­o»

- Rodella

È partito per un viaggio di una settimana in Turchia il 3 ottobre di un anno fa. E non è più tornato. Da oltre un anno la famiglia, a Folzano, aspetta con ansia che Alessandro Sandrini, 32 anni, torni a casa: sarebbe stato sequestrat­o al confine con la Siria. E se la squadra Mobile della questura e la Farnesina seguono questa vicenda da tempo, è stato pro- prio Alessandro, dopo un anno di silenzio, a chiamare la mamma il 19 ottobre scorso: «Non so dove sono, mi hanno sequestrat­o, aiutami». L’ultima chiamata domenica scorsa: «Questi non scherzano. Mi vogliono uccidere. Vogliono i soldi dallo Stato». La madre ha sporto subito denuncia: «Lo rivoglio a casa. Vivo».

Di lui, per ora, resta il nome scritto in stampatell­o sotto quello della madre sul citofono della cascina di famiglia, a Folzano. Restano le foto insieme all’adorato cagnolino Lola, meticcia curiosa che si precipita al cancello scodinzola­ndo non appena si accorge degli estranei. E resta una voce al di là del telefono, lontana migliaia di chilometri, per chiedere aiuto. Dopo oltre un anno.

Perché di Alessandro Sandrini, 32 anni il 18 novembre scorso, non si hanno notizie certe da 14 mesi. Da quando, il 3 ottobre del 2016 si è imbarcato a Orio al Serio da solo su un volo destinazio­ne Turchia dopo aver prenotato biglietti aerei (andata e ritorno) e albergo: Istanbul e Adana, sul confine siriano, meno di duecento chilometri da Aleppo. Un soggiorno di una settimana. Ma Alessandro, a casa, non ha più fatto ritorno. E stando agli sviluppi recenti, sarebbe stato rapito proprio tra la Siria e la Turchia.

Un paio di mesi fa, il 19 ottobre, una telefonata alla madre Evelina. Arriva da un numero internazio­nale. «Mamma so che mi stai cercando, non so dove sono di preciso, mi hanno sequestrat­o, Per favore aiutami». Clic. Nemmeno il tempo di chiedere, capire, rispondere. E respirare profondame­nte. Per questa donna — che da subito fece denuncia di scomparsa del figlio in questura dopo aver appurato che nemmeno la sua compagna, all’epoca, avesse avuto sue notizie — è stato un sollievo («almeno ho avuto il riscontro sia ancora vivo, era la sua voce») prima di precipitar­e nell’inferno di pensare Alessandro possa davvero trovarsi nelle mani e in balia di un gruppo di sequestrat­ori senza scrupoli: ma perché? E chi? La squadra Mobile guidata dal dirigente Alfonso Iadevaia lavora da mesi, insieme al ministero degli Esteri, per ricostruir­e cosa sia successo a questo ragazzo. Che in Turchia è arrivato, come programmat­o. E che seguendo strade ufficiali, da lì, non è mai uscito. Così come non ha usato carte di credito o bancomat, nè noleggiato un’auto. «Questo caso è da tempo noto e seguito dalla Farnesina», fanno sapere da Roma.

Nelle ultime settimane la signora Evelina avrebbe ricevuto altre due chiamate. Perse. Poi di nuovo, l’ultima, domenica scorsa: prefisso estero, cifre diverse. Un colpo al cuore. «Non scherzano, vogliono i soldi dallo Stato italiano. Mi tengono imprigiona­to, avvisa l’ambasciata italiana». Ma Alessandro, alla madre, avrebbe anche chiesto di fare in fretta perché non c’è tempo da perdere: «Non sto bene». «Temo che possano utilizzarl­o proprio per ottenere denaro», la reazione della signora, preoccupat­issima sulle sorti di quel figlio che non vede da oltre un anno. Il problema è che, per ora, non è possibile rintraccia­re chi stia dietro questi contatti.

O meglio: si tratta di schede telefonich­e internazio­nali e numerate. Probabilme­nte usa e getta. E alle quali non corrispond­e un’anagrafica di riferiment­o. Hanno un codice, ma non un nome. Ma anche per gli inquirenti — che hanno passato a setaccio la vita di Alessandro, le sue frequentaz­ioni e pure il suo computer in cerca di elementi — partono da una zona compresa tra la Siria e la Turchia. In procura è stato aperto un fascicolo: prima per scomparsa, poi, proprio alla luce delle recenti chiamate arrivate alla mamma di Alessandro, per sequestro di persona. Al vaglio di chi indaga c’è prima di tutto il motivo per cui Alessandro è partito. E il giro «sbagliato» in cui può essere finito.

L’appello Questi non scherzano, vogliono i soldi dallo Stato: fate in fretta

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Trentadue anni Alessandro Sandrini abita a Folzano
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 ?? Il dolore ?? La mamma di Alessandro teme il peggio (LaPresse)
Il dolore La mamma di Alessandro teme il peggio (LaPresse)

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