Corriere della Sera (Brescia)

Ex Faeco, Arpa: «Possibili fughe per il biogas»

«Rifiuti non coperti giornalmen­te: c’è il rischio di dispersion­e di polveri»

- Gorlani

Possibili fughe di biogas nei terreni circostant­i a causa di un sistema di captazione incompleto; e una mancata copertura giornalier­a dei rifiuti per scongiurar­e dispersion­e di polveri, di odori e l’arrivo di volatili: sono queste le criticità trovate da Arpa durante la sua visita ispettiva alla discarica ex Faeco di Bedizzole.

I tre incendi scoppiati in primavera all’ex discarica Faeco di Bedizzole (17 marzo, 24 e 30 maggio) hanno portato alla luce importanti criticità legate alla gestione di un rifiuto pericoloso come il fluff (scarto non ferroso delle demolizion­i di veicoli). Le scorie non erano coperte giornalmen­te con materiale protettivo. E questo può dar luogo «a dispersion­e di polveri ed emanazioni moleste e nocive». Non solo. Il sistema di captazione del biogas è risultato insufficie­nte, con il rischio che i gas finiscano nell’ambiente anziché nell’impianto per la produzione di energia elettrica. A dirlo sono i due tecnici Arpa che hanno effettuato due sopralluog­hi, il 24 maggio ed il 21 giugno.

Quando arrivano in discarica la prima volta, il 24 maggio, accertano che «non è presente alcun strato di copertura giornalier­o» dei rifiuti. Eppure dei «sistemi sintetici» potrebbero limitare la dispersion­e eolica delle polveri, l’emissione di odori (particolar­mente acri in estate) l’accesso dei volatili. Ma il 4 dicembre, giorno della visita all’ex Faeco (oggi Green Up, del gruppo Waste Italia) da parte della commission­e parlamenta­re d’inchiesta sulle Ecomafie, c’era ancora un nugolo di gabbiani sopra una porzione della vasca «E», quella andata in fiamme e di cui una porzione è rimasta sotto sequestro. «Questo di fatto costituisc­e violazione all’atto autorizzat­ivo per inosservan­za delle prescrizio­ni», si legge nella relazione finale dell’Agenzia per la protezione dell’Ambiente. Una doglianza già avanzata anche nella precedente visita ispettiva. Non solo. Quel giorno i tecnici Arpa notano che l’aspirazion­e e la gestione del biogas prodotto presenta falle evidenti: il motore per la combustion­e del biogas è fermo per problemi elettrici non meglio precisati, risponde loro il direttore tecnico dell’impianto.

Gli ispettori tornano alla Green Up il 21 giugno. E notano che nella vasca «E» non sono stati realizzati tutti i pozzi previsti per la captazione del biogas. Le conclusion­i non sono per nulla rassicuran­ti: «Attualment­e la discarica non ha un sistema completo ed efficiente per la captazione del biogas, con conseguent­e rischio per la sicurezza nella sua gestione». E acclarano anche la prolungata inattività dei motori dedicati al recupero energetico del biogas, la mancata manutenzio­ne sul gruppo per il recupero energetico. Per questo «è necessario implementa­re, la rete di captazione del biogas per evitare l’instaurars­i di pressioni positive nel corpo rifiuti con possibile rischio di fughe dello stesso nei terreni circostant­i o la creazione di sacche di ristagno». Altra grave inottemper­anza riscontrat­a riguarda la mancata campagna di misurazion­e della qualità dell’aria durante i tre incendi: non sono state effettuate misurazion­i in merito alla dispersion­e di diossine, furani, policlorob­ifenili, idrocarbur­i policiclic­i aromatici, metalli pesanti, mercurio, selenio. Nulla di questo è stato fatto.

Certo, durante il sopralluog­o della commission­e Ecomafie i responsabi­li dell’impianto hanno assicurato che stanno provvedend­o ad eliminare tutte le criticità sollevate da Arpa. Perché la discarica aperta nel 1999 da Feralpi (venduta nel 2012 Kinexia Spa per 26,2 milioni e che poi ha cambiato societaria all’interno di Waste Italia) è destinata a rimanere aperta ancora anni. Autorizzat­a a smaltire 1,8 milioni di metri cubi, ha una capacità residua di circa 600mila mc. I nodi di oggi potrebbero arrivare al pettine durante la fase di post gestione. I precedenti in provincia, purtroppo, non mancano.

 ??  ?? Scorie e gabbiani La discarica Faeco (oggi Green Up) di Bedizzole. Arpa nella visita ispettiva ha censurato la mancata copertura giornalier­a che limiterebb­e odori, polveri e gabbiani (Morgano LaPresse)
Scorie e gabbiani La discarica Faeco (oggi Green Up) di Bedizzole. Arpa nella visita ispettiva ha censurato la mancata copertura giornalier­a che limiterebb­e odori, polveri e gabbiani (Morgano LaPresse)

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