Il Brescia ritrovato sfida il Frosinone
Marino contro la sua ex squadra: «La più forte della B», ma con problemi in difesa
Dopo l’iniezione di autostima arrivata con la vittoria ai danni della Salernitana oggi il Brescia cerca il bis contro il Frosinone, in terra ciociara. «È la squadra più forte della serie B» ricorda Pasquale Marino, che conosce bene i giocatori avversari, poiché li ha allenati fino alla sconfitta della semifinale play off. Il Brescia contro le «grandi» non ha mai deluso (7 punti contro le prime tre della classe) mentre il Frosinone (che non ha mai perso in casa) ha qualche problema in difesa.
«Il Frosinone è la squadra più forte della Serie B. Si è rinforzato rispetto alla mia gestione, ha mantenuto i migliori inserendo Ciano e Beghetto».
Lo dice Pasquale Marino ed è un parere più che attendibile. Nove undicesimi della formazione contro cui oggi alle 15 dovrà battagliare, sono stati i suoi giocatori fino allo sciagurato lunedì sera del 29 maggio scorso, quando un castello costruito nelle precedenti 43 partite della gestione fu sgretolato a quattro minuti dallo scadere della semifinale play off contro il Carpi. Una punizione di Letizia da oltre trenta metri, letta male da Bardi, gelò il vecchio «Matu- sa»: surreale la scena al triplice fischio finale, quando la squadra e Marino stesso andarono sotto la curva a prendersi i fischi, a testa bassa, senza proferire parola dopo aver gettato al vento una partita, giocata anche in undici uomini contro nove, in cui sarebbe bastato il risultato finale di 0-0.
Pochi istanti dopo, in conferenza stampa, il tecnico si dimise con un gesto «alla Prandelli», coraggioso e (purtroppo) inedito nel mondo del calcio. È inevitabile che questa sia la sua partita, anche se verrà disputata nel nuovo stadio «Benito Stirpe», costruito con gli introiti derivati dalla promozione in A del 2015, dove avrebbe voluto e dovuto entrare anche lui da allenatore in carica.
«Il passato è passato…», ha detto il tecnico del Brescia prima di partire per Frosinone, «dove ho lasciato tanti amici che riabbraccerò con piacere. L’emozione ci sarà, non posso negarlo». Eppure, nonostante le doverose premesse e un dato statistico — è l’unica squadra imbattuta in casa, insieme alla Salernitana — ancora più preoccupante della caratura indiscutibile dell’avversario, questa gara arriva nel momento psicologico ideale.
Il successo ritrovato contro la Salernitana ha ridato fiducia e spensieratezza al gruppo, il ritorno del presidente Cellino ha fatto il resto.
La sua rivoluzione è ormai compiuta, con l’arrivo di Nicola Salerno nelle vesti di direttore sportivo a completare il triangolo che ha in Marino uno dei tre lati. Lo scheletro dirigenziale c’è, adesso serve la squadra. Attanagliata spesso da qualche limite tecnico, ma troppe volte prigioniera delle sue paure.
Oggi non ne avrà. Il Brescia contro le grandi non ha mai steccato in questo campionato (7 punti contro le prime tre della classe ne sono la testimonianza), perché leggero mentalmente e più libero in campo, abile come poche altre a divertirsi e divertire quando può giocare di rimessa sfruttando la gamba dei propri interpreti offensivi.
E il Frosinone, in difesa, ha più di un problema: i tre gol subiti con il Cesena lo dimostrano, una settimana prima Moreno Longo – allenatore emergente, al secondo anno di B dopo la salvezza con la Pro Vercelli, in ascesa anche grazie al buon uso della dialettica con i media – era stato rimontato dall’Empoli dopo essersi issato sul 3-0.
I ciociari non vincono dal 4 novembre (2-1 al Parma), poi solo pareggi: sono rimasti tra le primissime perché questo è un torneo che aspetta tutti. Anche il Brescia.
«A patto di trovare sempre gli stimoli giusti, non solo quando giochiamo contro le grandi squadre», ha ammonito Marino. Oggi, c’è appunto la Grande del campionato. Potrebbe essere il pomeriggio più difficile, ma solo in apparenza.