Ruzzenenti: «La cava Feralpi sarà discarica?»
«L’indice di pressione approvato dalla Regione ricalca quello del 2014. Come mai Aib non fece ricorso al Tar tre anni fa sotto la direzione a trazione “meccanica” di Bonometti e lo fa ora con la direzione “metallurgica” di Pasini?». È la domanda che si pone lo storico ambientalista Marino Ruzzenenti, tra i primi a denunciare il record locale degli «85milioni» di rifiuti smaltiti nel Bresciano. Ruzzenenti avanza il dubbio di «un potenziale conflitto d’interessi» dello stesso presidente Aib, visto che Feralpi Farm ha il 40% di Omega Immobiliare, società che due mesi fa ha incassato dalla Provincia l’ok a realizzare una nuova cava da 470 mila mila metri cubi a Montichiari (località S.Bernardino). Autorizzazione prevista dal vecchio piano cave (scaduto ma in regime di proroga), che ha portato il Broletto ad autorizzare altre 4 nuove cave a Montichiari (Vezzola, Panni, Betonscavi, Baresi) per altri 1,6 milioni di mc. Omega Immobiliare è partecipata anche al 10% da Anthesa srl, riconducibile ad Antonio Goffi del gruppo Rmb-Portamb (società leader nel trattamento e recupero di scorie industriali). «La cava in futuro non potrebbe trasformarsi in discarica se fosse validato l’indice di pressione» ricorda Ruzzenenti. Ad onor del vero Omega Immobiliare, come risulta dai documenti dell’assemblea ordinaria del 28 giugno, ha deciso «di vendere a terzi» i terreni (72mila mq) sui quali nascerà la nuova cava. Resta il fatto che il fattore di pressione (con il suo limite di 145mila mc di scorie per comune) spezzerebbe il binomio «cave-discariche» nei paesi più martoriati; «ma non blocca lo sversamento in atto di rifiuti sul territorio bresciano, che procede al ritmo annuo di circa 1,8 milioni di tonnellate» aggiunge Ruzzenenti. Il presidente Pasini, in un’intervista al Corriere, ha ricordato che Aib deve tutelare il comparto metallurgico, e visto che in Lombardia manca una norma per incentivare il riutilizzo delle scorie nere d’acciaieria, le imprese devono avere garanzie su dove mettere le 600 mila tonnellate l’anno di scorie prodotte nel Bresciano, poiché nel giro di due anni le attuali discariche saranno esaurite. «Le vecchie discariche in attività possono ospitare ancora 5,5 milioni di mc (dati Ispra 2017) — ribatte però Ruzzenenti — cui si aggiungono 2 milioni di mc in discariche di recente approvazione: ampliamento Edil4 di Calcinato e di Valseco di Montichiari e discarica Macogna). Inoltre vi sono istanze in corso che sfuggono ai vincoli del fattore di pressione per ulteriori 8 milioni di mc. Dunque l’allarme lanciato dal presidente Aib è strumentale e infondato». Dopo il ricorso al Tar, il confronto aperto da Aib (a partire da Ramet) con territori e ambientalisti (a partire da SosTerra Montichiari) è destinato a spezzarsi. I soci Aib non “vicini” al comparto metallurgico, non ne sono entusiasti. (p.gor.)