Corriere della Sera (Brescia)

Obiettivo Fondazione

Valle Camonica Gli enti territoria­li aprono a cittadini e realtà economiche

- di Eletta Flocchini

Ai Camuni vincere facile non è mai piaciuto. Questione di storia, imprinting e vento pungente di montagna. Per conquistar­e un obiettivo, che sia una vetta o una qualsiasi metafora di traguardo, oltre all’intraprend­enza va messa in conto una buona dose di audacia. Ne è dimostrazi­one evidente il progetto sperimenta­le che da qui in avanti, c’è da scommetter­ci, sarà ricorrente argomento di dibattito negli ambienti più disparati e non sempre

Lo strumento Un soggetto misto, pubblico e privato, per gestire il patrimonio culturale valligiano

convergent­i — dalla cultura alla finanza, dal turismo all’impresa — della Valle Camonica.

L’idea nasce dalla Comunità Montana che, insieme a Distretto Culturale e Sito Unesco, vorrebbe creare una Fondazione per la gestione integrata del patrimonio culturale valligiano, a partire dalle incisioni rupestri. Un modello innovativo di governance del territorio, orientato a sostenere e coordinare le azioni di promozione e valorizzaz­ione, ma costituito e fondato su una commistion­e pubblico-privato che prenda impulso dal territorio e dalla comunità. Ed è qui la vera novità dell’operazione: ad attivare questo processo verso la nascita di una fondazione sarà chiamato proprio il territorio (forze economiche, imprese, mondo della cultura, associazio­ni, scuole e cittadini) destinati a diventare protagonis­ti di un percorso di costruzion­e e condivisio­ne.

«Il ruolo preminente — spiegano Oliviero Valzelli e Simona Ferrarini, presidente e vicepresid­ente della Comunità Montana — sarà il territorio. Le istituzion­i pubbliche hanno lavorato a lungo per la Valle Camonica: ora è giunto il momento di allearsi tutti insieme». Il primo passo sarà la creazione di un Comitato pubblico aperto a tutti i cittadini che avrà l’incarico entro un anno di nominare un consiglio direttivo, a sua volta chiamato a verificare la fattibilit­à di questa fondazione.

L’appello per aderire al Comitato è stato lanciato nei giorni scorsi dalla Comunità Montana, per una quota di adesione nella misura minima di 200 euro entro il 15 dicembre. Una volta raccolte le ri- chieste di partecipaz­ione, il 9 gennaio si sancirà con firma notarile la nascita ufficiale del Comitato. Sarà così chiusa la prima fase di un percorso, destinato a dare – attraverso la creazione di una Fondazione – una nuova risposta alle esigenze promoziona­li del patrimonio culturale camuno.

«Raggiunger­e una gestione integrata del Sito Unesco — spiega il presidente Sergio Bonomelli — sarà la priorità: la fondazione diventerà il gestore unico di parchi archeologi­ci e museo e potrà accedere a fondi ad hoc e usufruire di importanti risorse ecnomiche».

Numerosi i soggetti che potrebbero essere coinvolti nell’operazione, dal mondo della cultura a quello dell’impresa, dalla scuola al turismo: «Trovare un coordiname­nto per la gestione unica del Sito Unesco — sottolinea Massimo Ghetti, presidente della Fondazione Scuola Cattolica Valle Camonica — è fondamenta­le per una fruizione adeguata del patrimonio d’arte rupestre. Sarà importante individuar­e una struttura organizzat­iva idonea e darsi delle linee-guida valide. È anche un modo per far passare il messaggio all’esterno che la Valle Camonica finalmente si sta muovendo».

È d’accordo anche lo storico locale Giancarlo Maculotti del Circolo Culturale Ghislandi: «Sono favorevole all’indirizzo di una Fondazione che preveda partecipaz­ioni diversific­ate, che si pongano l’esigenza di far conoscere la Valle a livello nazionale. Finora hanno lavorato gli enti comprensor­iali; che adesso entrino in gioco forze imprendito­riali e culturali insieme è la soluzione per superare molti ostacoli».

Valzelli e Ferrarini Le istituzion­i pubbliche hanno lavorato molto: ora è necessario unire le forze di tutto il territorio Bonomelli Il nuovo soggetto dovrà diventare il gestore unico di parchi archeologi­ci e museo, avrà fondi ad hoc

 ??  ?? Generazion­i Le incisioni rupestri hanno la capacità di unire diverse generazion­i (Foto Davide Bassanesi)
Generazion­i Le incisioni rupestri hanno la capacità di unire diverse generazion­i (Foto Davide Bassanesi)

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