Don Giovanni Antonioli autentico «Prete di tutti» fra aneddoti e spiritualità
12 dicembre di 25 anni fa. Ad Esine muore don Giovanni Antonioli, nato cent’anni fa a Monno, un sacerdote rettore a Ponte di Legno ed al santuario di Esine e parroco a Pezzo. Chi lo ha conosciuto lo definisce «il prete che sapeva ascoltare». Non solo chi si inginocchiava alla grata del confessionale, ma ogni persona che si confidava con lui, viso a viso. Per questo saper ascoltare, capire ed aiutare, il libro dedicatogli da Luciano Costa (che lo conobbe nel 1959) ha come titolo «Il prete di tutti». Titolo appropriato. In 200 pagine l’autore sintetizza parole, pensieri, fogli sparsi del grande «prete di Dio, vero e misericordioso prete di tutti». Domani alle 17,30, il volume — 200 pagine, edite da Artigianelli — viene presentato nella Libreria delle Paoline di via G. Rosa. Con l’autore mons. Giacomo Cannobio ed il sindaco Emilio Del Bono. Stasera alle 19, nella chiesa di Esine, sarà celebrata una messa presieduta da mons. Gabriele Filippini, autore anche di acute note agli articoli che don Antonioli ha inviato negli anni alla La Voce del Popolo. «Il suo stile è nostalgico senza per questo essere conservatore e chiuso. Anzi: i suoi suggerimenti sono profetici, aperti al futuro, ottimisti …», commenta. Un piacere, poi, il piluccare fra i ricordi di Costa: «Ammiravo don Giovani per la sua mitezza e il suo essere non per qualcuno ma per tutti». E poi: «Alla Voce del
Popolo entrava, salutava, chiedeva scusa per il disturbo … consegnava gli scritti e tornava lasciando per saluto un arrivederci … lassù in montagna». E ancora: «Camminare al suo fianco era un piacere e una scoperta. Il piacere derivava dal suo passo lento e dalla sua capacità di alleviare qualsiasi fatica; la scoperta si svelava con la somma dei pensieri che imbastiva e regalava». Di Don Giovanni sta bene quanto è stato scritto: «Il prete devi cercarlo nell’ultimo banco inginocchiato a pregare per quelli che non pregano, e sperare che qualcuno passando e vedendo il lume acceso, lanci un sasso con ciò credendo di punirlo, ma in realtà confermandogli che qualcuno pensa propri a lui». Diceva: «Basterebbe presentare ai nostri giovanotti che si allontanano il conto di tutto ciò che perdono». Ed elencava: «Gioia,serenità, condivisone, capacità di ridere e piangere insieme …».