Corriere della Sera (Brescia)

Addio a Niboli il pioniere della Valsabbia

Da giovane fu contadino, emigrante, operaio. Ha creato Fondital, Valsir, Raffmetal: vi lavorano 2800 dipendenti

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Il lutto A 84 anni s’è spento il fondatore del gruppo Silmar di Vobarno Dalla Valsabbia ho appreso molto. A questa terra ho dato tutto quanto ho potuto. Non so se altrove sarebbe stato lo stesso Le intuizioni La scommessa sui radiatori d’alluminio, poi su fonderia e componenti in plastica

Il fisico da combattent­e ha retto a fatiche inenarrabi­li, a ritmi di lavoro frenetici, a lunghi anni di dialisi. S’è arreso ieri mattina a una crisi che non gli ha dato scampo. A 84 anni d’età s’è spento Silvestro Niboli, imprendito­re nativo di di Comero di Casto, che ha dato vita al gruppo Fondital (oggi Gruppo Silmar) di cui fanno marte marchi come Fondital, Raffmetal, Valsir che hanno impresso una svolta all’economia della Valsabbia: 833 milioni di fatturato nel 2016, 55 milioni di investimen­ti, 42 milioni di utile netto, quasi tremila dipendenti di cui metà in Italia e metà all’estero.

Il gruppo Silmar è oggi motore di lavoro, ricchezza e sviluppo dell’intera Valle Sabbia. Anche per questo da ieri in Valle si moltiplica­no gli attestati di affetto, ammirazion­e e cordoglio per questo patriarca dell’industria che viveva circondato dall’amore della moglie Margherita Ghidini e dei sette figli (Andrea, Orlando, Marilena, Ilario, Valeria, Federica e Roberta), dalla venerazion­e dei collaborat­ori più stretti, dall’affetto dei tantissimi dipendenti e amici.

Imprendito­re fattosi da sé, pioniere, paterno, paternalis­ta, lungimiran­te, geniale nelle intuizioni, capace di decisioni perentorie, coraggioso, generoso. Tanti i modi per giudicare Silvestro Niboli, protagonis­ta di una vita che sembra un romanzo e come tale, forse, andrebbe raccontata.

Niboli nasce alle ore 12 del 19 maggio 1933 a Comero, quarto di sette figli di una famiglia poverissim­a (il papà Andrea era contadino e allevatore di montagna, la mamma Maria Freddi dei Rucche una casalinga). Silvestro raggiunge la quinta elementare grazie al parroco del paese, don Giovanni Flocchini: aiuta il padre allevando bestie, falciando i prati di montagna, tagliando i boschi. Il padre muore quando lui ha 18 anni: a quell’epoca è già stato emigrante in Svizzera per due estati, sempre a lavorare in montagna. Poi la crescita di Lumezzane richiama manodopera dalle valli vicine: Silvestro Niboli va a lavorare in Valgobbia prima in una cava di pietre, poi alla Fonpresmet­al dei Ghidini “Pinulì”. I primi tempi raggiunge la fabbrica con tre ore e mezza di cammino attraverso sentieri di montagna. Poi arrivano i primi mezzi pubblici. Infine un’utilitaria. A Lumezzane conosce Pietro Ghidini, suo futuro suocero. Il matrimonio con Margherita è il 5 agosto 1960. Sei giorni di luna di miele a Roma e poi di nuovo al lavoro: prima a Lumezzane e poi a Sarezzo, alla Prandini. Silvestro è un bravo fonditore quando nel 1963 fonda a Comero la «Freddi e Niboli». Partito emigrante, torna in paese da artigiano. Prima crea piccoli componenti per lampadari. Poi l’intuizione a fine anni Sessanta: i radiatori in alluminio. La nuova fabbrica di via Mocenigo a Vestone conquista rapidament­e quote di mercato imponenti in Italia e all’estero. Niboli detta le scelte tecniche, le strategie di mercato, l’espansione all’estero. Fatturati e occupazion­e crescono a ritmi vertiginos­i. Nel 1978 entra in Raffmetal e la rilancia, facendola diventare la più grande fonderia di alluminio da riuso d’Europa. Nel 1987 fonda Valsir (componenti idraulici in plastica).

Il gruppo si ramifica in numerosi paesi della Valsabbia: dopo Comero e Vestone, Vobarno (dove rileva larga parte dello storico stabilimen­to Falk), Sabbio, Odolo. A partire dagli anni Novanta decolla la produzione delle aziende del gruppo all’estero: Portogallo, Romania, Polonia, Russia. Ucraina. Niboli è concentrat­issimo sulla sua azienda: viaggia all’estero e pur senza conoscere le lingue straniere stringe accordi, salda amicizie indistrutt­ibili. Fuori dal perimetro aziendale si dedica solo alla Banca Valsabbina (è membro del Cda dal 1990 al 2010). Pochi i riconoscim­enti ufficiali — Ercole d’oro per merito imprendito­riale nel 1973, Premio Brescianit­à nel 2008 — vasti i successi, i rico- noscimenti, le amicizie in valle, la gratitudin­e dei suoi dipendenti.

In dialisi dal 2003, Niboli guida la famiglia come un patriarca (figli e nipoti si ritrovano a pranzo tutte le domeniche) e l’azienda come un vecchio saggio: l’ultima parola sulle scelte che contano spetta a lui fino alla fine. Il nuovo nome assunto dal gruppo (Silmar) è un omaggio a Silvestro e Margherita, i genitori di sette figli che hanno via via assunto ruoli sempre più decisivi nelle aziende di famiglia.

Assistere alle ultime visite di Niboli in fabbrica era commovente: il patriarca, nato poverissim­o e diventato capitano d’industria, affaticato nei passi e sempre arguto nelle osservazio­ni, era circondato da un affetto riverente e contagioso. Anche per questo, ora, in Valle Sabbia il lutto è così vasto, così unanime.

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 ?? Capitano ?? Silvestro Niboli era nato il 19 maggio del 1933 a Comero, quarto di sette figli di Andrea Niboli dei «Parma»
Capitano Silvestro Niboli era nato il 19 maggio del 1933 a Comero, quarto di sette figli di Andrea Niboli dei «Parma»

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