Corriere della Sera (Brescia)

Giustizia, tra grandi processi e nuove sfide europee

E per il 2018 il procurator­e generale punta alle sfide «europee»

- di Mara Rodella

Un 2017 ricco di processi dall’eco nazionale, e in cui, finalmente, sono arrivate (e arriverann­o) nuove risorse in organico: magistrati e amministra­tivi. A tracciare un «bilancio» è il procurator­e generale Pierluigi Maria Dell’Osso, che per il 2018 pensa agli strumenti investigat­ivi di carattere europeo da rendere concreti.

Nessun rammarico, non stavolta. Per lasciare spazio ai risultati e alle sfide che verranno. Parte dalla «soddisfazi­one» per la recentissi­ma estradizio­ne di Maurizio Tramonte, condannato all’ergastolo per la strage di piazza Loggia («la sua latitanza beffarda era il vulnus di una ferita per la città che si sta piano piano cicatrizza­ndo») il «bilancio» 2017 del procurator­e generale Pierluigi Maria Dell’Osso. Un anno di «grandi processi» — vedi «l’appello a carico di Massimo Bossetti o il dibattimen­to che ha visto la condanna di Nicolino Grande Aracri» — perché «Brescia non ha mai rappresent­ato una realtà minore sullo scacchiere italiano: è metà Lombardia, portatrice specifica di alcune criticità come il traffico illecito di rifiuti». E un anno di traguardi in termini di risorse: «Siamo riusciti a disinnesca­re un mastodonte fermo da oltre un secolo». Pure con una ventata di freschezza, visti i giovani sette sostituti procurator­i (ora in tutto sono 25) che hanno preso servizio nelle scorse settimane. E visti pure gli incrementi di personale amministra­tivo previsti da bando nazionale (a Brescia in arrivo 9 funzionari e 30 assistenti giudiziari) e dal protocollo d’intesa tra Ministero e Lombardia per il distacco dei dipendenti della Regione negli uffici giudiziari: «Già qualche decina è operativa nel distretto». Non da ultima la Dia, che ha traslocato nella nuova sede: «Implemente­remo anche quella sezione».

A proposito di soddisfazi­one, da appuntare nel calendario 2017 c’è pure l’ispezione ministeria­le in procura generale e in Corte d’appello, «conclusa in anticipo con i compliment­i del capo delegazion­e».

Adesso, il 2018 riparte da quelli che il procurator­e generale chiama «orizzonti nuovi», una serie di sfide di respiro europeo. A partire dalla «squadre investigat­ive comunitari­e che possono muoversi oltreconfi­ne in libertà. È uno dei temi — assicura — che voglio portare avanti, nel concreto», affinché l’ordine investigat­ivo europeo non resti una questione accademica astratta, ma diventi presuppost­o per fare un salto in avanti nelle indagini». Così come la «circolarit­à della prova orale da Stato a Stato»: una deposizion­e acquisita a processo, per esempio, da trasmigrar­e altrove. «Stiamo cercando una piattaform­a comune per tutti da cui iniziare a calare nella realtà tutti questi strumenti: il futuro lo dobbiamo costruire momento per momento, misurandoc­i sul campo, soprattutt­o nel nostro distretto, dove le risorse, restano, nonostante tutto, più sproporzio­nate che altrove».

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Il bilancio Il procurator­e generale Pier Luigi Maria Dell’Osso all’inaugurazi­one dell’anno giudiziari­o

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