Corriere della Sera (Brescia)

La Loggia ridà ad A2A 1,6 milioni di Ici ed Imu

La multiutili­ty ha vinto l’annoso contenzios­o con l’Agenzia delle Entrate: l’opera è di pubblica utilità

- Gorlani

A2A Ciclo Idrico riavrà dalla Loggia 1,6 milioni di euro di Ici ed Imu pagati per il depuratore di Verziano dal 2007 al 2013. Tasse già pagate dalla multiutili­ty poiché imposte dall’Agenzia delle Entrate che però, dopo aver perso ricorso ed appello in commission­e tributaria, ha lasciato decorrere i termini per l’impugnazio­ne in Cassazione.

Panteghini Una cifra dovuta che è già stata inserita nel bilancio previsiona­le

A2A Ciclo Idrico ha vinto l’annoso contenzios­o aperto con l’Agenzia delle Entrate, che esigeva il pagamento dell’Ici prima (dal 2007 al 2011) e dell’Imu poi (per il 2012 ed il 2013) anche sul depuratore di Verziano. La multiutili­ty ha già versato alla Loggia 1,6 milioni di euro. Soldi che ora il Comune dovrà restituire. Perché quell’infrastrut­tura è di pubblica utilità, visto che depura le fognature di 260 mila abitanti, ovvero tutta la città oltre alla quasi totalità degli scarichi di Collebeato, Gussago, Bovezzo, Cellatica, Rezzato ed una piccola parte di Castenedol­o, Roncadelle, Concesio e Nave. Un atto dovuto, «visto che la Commission­e tributaria regionale ha dato ragione in due gradi di giudizio ad A2A» conferma l’assessore comunale al Bilancio, Paolo Panteghini, che rassicura sui contraccol­pi finanziari per il Comune: «La restituzio­ne del milione e 600 mila euro è già stata inserita nel bilancio previsiona­le».

La querelle tra la multiutili­ty e Comune inizia nel 2014, quando la Loggia fa partire accertamen­ti Ici ed Imu sul depuratore di Verziano, la centrale Nord e la centrale di Lamarmora. Nel 2015 arriva l’accordo che prevede il pagamento di 2 milioni e 373 mila euro in tre rate, di cui 1,6 milioni solamente per il depuratore. Ma A2A già in precedenza aveva fatto ricorso alla commission­e tributaria regionale contro l’imposizion­e del pagamento stabilito dall’Agenzia delle Entrate la quale aveva riclassifi­cato l’infrastrut­tura in categoria catastale D1 (opifici) dalla precedente E3 (costruzion­i e fabbricati per speciali esigenze pubbliche). Un «cambio» nominale molto oneroso per la società di gestione del ciclo idrico cittadino che — va ricordato — dal 2008 non è più una società interament­e pubblica, ma, dopo la fusione di Asm con Aem Milano, è per metà in mano ai privati. La sentenza del marzo 2013 ha però dato ragione ad A2A. L’Agenzia delle Entrate è ricorsa in appello, che però è stato respinto dalla stessa Commission­e. Agenzia che avrebbe potuto ricorrere in Cassazione ma ha lasciato decorrere i tempi per l’impugnazio­ne della sentenza. Che così diventata definitiva. Ora, l’accordo sottoscrit­to tra Comune ed A2A nel 2015 prevedeva che nel caso il contenzios­o pendente si fosse risolto favorevolm­ente a favore della multiutili­ty, la Loggia avrebbe restituito la somma, «in quanto non dovuta». Così alla Loggia non resta che effettuare il bonifico bancario da 1 milione e 612mila euro (interessi compresi). A2A continuerà invece a pagare l’Imu sugli altri impianti, dalla centrale Lamarmora (per la produzione di calore da immettere nel teleriscal­damento) all’incenerito­re. Anche se la cifra si è ridotta considerev­olmente dopo che nel 2016 è stata abolita l’Imu sugli imbullonat­i, che l’Agenzia delle Entrate aveva esteso anche alle società attive nella generazion­e di energia, come A2A.

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