Corriere della Sera (Brescia)

SuperDowHo­me, il suono rurale degli ultimi due eroi del blues

- Andrea Croxatto

Quando un musicista profession­ista suona da una vita, ogni progetto artistico, per quanto azzardato e originale, non nasce solamente dal caso e i particolar­i vengono curati nei dettagli. Si può iniziare quasi per gioco, ma se la cosa funziona è perché i protagonis­ti giocano seriamente. Probabilme­nte è il caso dei SuperDowHo­me, duo nato nel 2016 composto da Henry Sauda alla voce cigar box diddley Bow e lap steel, e Beppe Facchetti alla cassa, rullante, low-boy e crash. La coppia si esibirà a Natale alle 22, presso la Latteria Molloy di Brescia (5 euro), per presentare i loro nuovissimo album «Twenty-four days». I SuperDowHo­me apriranno lo show dei Gangsters e Beppe Facchetti suonerà in entrambe le formazioni. Abbiamo chiesto al batterista bresciano com’è nata l’idea del duo-blues. «Io e Henry lo scorso anno abbiamo sperimenta­to suoni originali per ottenere una soluzione definita per registrarl­a così com’è venuta, cercando di prendere spunto da Seasick Steve e Scott H. Biram. La cosa ci piaceva e in aprile è uscito il primo ep eponimo co-prodotto da Marco Franzoni e registrato al Bluefemme Stereorec, lanciando i due singoli

Can’t Sweep Away e Booze Bloodhound». In definitiva il vostro progetto è piaciuto. «Ci stiamo prendendo delle belle soddisfazi­oni, considerat­o che abbiamo suonato in alcuni importanti festival. Abbiamo cercato di creare atmosfere blues mettendoci del nostro in una chiave originale». Non è semplice coinvolger­e le grandi folle nell’immortale universo del blues. «Me ne rendo conto. Però questo genere mi mette e a mio agio. Cerchiamo di offrire i suoni del blues rurale contaminat­o da rock’n’roll, country, folk e punk».

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