Basket: Germani, un panettone amaro
Sconfitta al fotofinish a Milano, resta il primato in classifica. Diana: sono fiducioso
Il Basket Brescia, sospinta da un’intera città in viaggio, perde di misura a Milano contro l’EA7 Olimpia, ma conferma di essere una squadra da scudetto. Se ce ne fosse stato ancora bisogno, peraltro, dopo 12 partite e un primato in classifica - ancora in suo possesso, con una vittoria di vantaggio - guadagnato con merito e impegno. Come già accaduto contro Sassari 18 giorni fa, tuttavia, manca la – storica - vittoria in casa dell’Olimpia anche (non solo) per proprie colpe, dilapidando nel rettilineo finale un margine di sei punti. Non manca la soddisfazione, è maggiore però la rabbia per il 74-71 conclusivo. Un altro segnale dell’avvenuto salto di qualità: le pacche sulle spalle non interessano più a nessuno, la Germani può e deve giocarsela ad armi pari con tutti. «Esco dal Forum con la consapevolezza che siamo competitivi — commenta il tecnico Diana —, guardo avanti con fiducia».
Il solito dilemma sul bicchiere mezzo pieno o mezzo vuoto, un grande classico dello sport, viene presto risolto da Andrea Diana e da Graziella Bragaglio. «La colpa è solo nostra per la sconfitta — dice la presidente — ma abbiamo dimostrato ancora una volta di essere al livello delle migliori e usciamo dal Forum con 20 punti e il primato in classifica, consapevoli di avere una grande squadra e un meraviglioso pubblico al nostro fianco». Il tecnico si dedica all’analisi complessiva della partita: «Dalla metà del terzo quarto — spiega — abbiamo iniziato ad aggredirli con maggiore energia, questo ci ha permesso di recuperare 15 punti e andare sopra di sei lunghezze, poi sono stati gestiti male alcuni attacchi e da qui il rammarico e l’arrabbiatura. Serve continuità in tutti i 40 minuti». Il «ma» consecutivo è enorme: «Esco dal Forum con la consapevolezza che siamo competitivi, guardo avanti con fiducia. Siamo un gruppo che se la gioca con tutti. Il nostro recupero è da grande squadra. Guardo il lato positivo di questa sfida, anche se perdere non piace mai a nessuno». (lu.ber.)