Corriere della Sera (Brescia)

Orgoglio e amarezza

La Germani si piega fuori casa all’Olimpia EA7 (74-71) ma resta in testa alla classifica. In duemila da Brescia per fare il tifo

- Luca Bertelli

Il grande orgoglio. E la grande amarezza.

Il Basket Brescia, sospinta da un’intera città in viaggio (non ci sono dati ufficiali, ma l’impression­e è che i bresciani al Forum di Assago fossero quasi due mila: erano di ogni età e in ogni angolo dell’impianto, non solo nel settore ospiti colorato di blu), conferma a Milano di essere da scudetto. Se ce ne fosse stato ancora bisogno, peraltro, dopo 12 partite e un primato in classifica - ancora in suo possesso, con una vittoria di vantaggio - guadagnato con merito e impegno.

Come già accaduto contro Sassari 18 giorni fa, tuttavia, manca la – storica - vittoria in casa dell’Olimpia anche (non solo) per proprie colpe, dilapidand­o nel rettilineo finale un margine di sei punti. Proprio come contro i sardi, quando il tempo da trascorrer­e prima della sirena era persino inferiore. Non manca la soddisfazi­one, è maggiore però la rabbia per il 74-71 conclusivo.

Un altro segnale dell’avvenuto salto di qualità: le pacche sulle spalle non interessan­o più a nessuno, la Germani può e deve giocarsela ad armi pari con tutti, arrabbiand­osi se non vince partite alla portata. Quella del Forum lo era diventata attorno alla metà del terzo quarto, dopo la solita partenza diesel della squadra di Diana. Contro la volubile Olimpia, una macchina da guerra imperfetta salvata dall’anima dei suoi italiani, diventati attori protagonis­ti a Santo Stefano dopo tre mesi da passa borracce, Brescia ha pagato dazio per oltre metà gara, punita dalla precisione nel tiro da fuori degli uomini di Armani. Milano ha raggiunto rapidament­e i dieci punti di vantaggio sospinta da Theodore, ha allargato poi sul +15 (37-22) grazie al buon impatto di Cinciarini e alla mira imprecisa della Germani, sorretta dall’atletismo di Hunt, Moore e di un Moss in versione pantera, caricato dal ritorno nel «suo» Forum, dove regalò il primo scudetto al re della moda nel 2014.

Quando la difesa di Diana ha tuttavia iniziato a mordere, per la precisione dal 60-50 in favore delle Scarpette Rosse, è sembrato davvero che l’impensabil­e fosse possibile, addirittur­a presagibil­e. Il fattore M, Moore più Moss, ha riportato la Germani sul 59-60, quindi la «bomba» di Luca Vitali, dopo tanti tentativi sparacchia­ti dall’arco dei tre punti, ha consentito il sorpasso sul 62-60 a fine terzo quarto. E la difesa ha continuato a mordere, senza sosta, anche nell’ultimo periodo: un guizzo del positivo Ortner, una rovesciata di Moss e un cameo di Michele Vitali (sottotono) dalla lunga distanza avevano consentito di iniziare la volata finale con i già citati, maledetti, sei punti di vantaggio quando mancavano 210 secondi al termine. Tanti, nella pallacanes­tro. Certo. Ma la prima svolta negativa è arrivata poco dopo, con il quinto fallo di Hunt a togliere dalla contesa il miglior marcatore di Diana (16 punti). Eppure Milano ha segnato quasi solo dalla lunetta, sfruttando qualche fischio favorevole degli arbitri e la mancanza di lucidità in attacco della Germani nel momento chiave. In primis di Marcus Landry, autore di un’altra partita sottotono, macchiata nel finale da egoistiche scelte offensive e, soprattutt­o, dalla decisiva palla persa (prima di lui, anche Moore e Moss lo avevano imitato) a 100 secondi dalla fine su un banale cambio di mano, letto con intelligen­za da Pascolo che in contropied­e ha poi siglato il 70-69 del sorpasso. Ancora Landry ha cercato il canestro del nuovo vantaggio e poi del pareggio, senza riuscirci.

Brescia si è così risvegliat­a dal sogno ad occhi aperti con una sconfitta e una pesante ammaccatur­a. Resta la testa della classifica, il petto gonfio e la convinzion­e mentale di essere «da corsa».

La prima battaglia è stata persa, la guerra resta invece lunga. Olimpia e Germani potrebbero ritrovarsi di fronte, in potenza, ancora 9 volte in questa stagione. Insomma, non finisce qui.

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La sfida Il Basket Brescia con quasi due mila tifosi al seguito, perde di misura a Milano, ma conferma di essere squadra da scudetto. Ma come già accaduto a Sassari manca la – storica vittoria in casa dell’Olimpia, dilapidand­o nel rettilineo finale un...
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