Corriere della Sera (Brescia)

Celle inumane: risarcito

Il tribunale di Brescia «salva», però, Canton Mombello

- di Marco Toresini

Aveva trascorso quasi duemila giorni in custodia cautelare per reati di mafia. Poi è stato assolto. Ora Carmelo Gallico, 54 anni, ha chiesto un risarcimen­to al tribunale di Brescia per le condizioni in cui è stato detenuto nelle carceri di mezza Italia, da Brescia a Roma, da Nuoro a Cuneo, passando per Favignana. Il giudice gli ha dato ragione e lo Stato dovrà pagare.

Le condizioni di detenzioni erano tali da non rispettare i diritti dell’uomo. Carmelo Gallico, 54 anni di origini calabresi, che a Brescia ha trovato un luogo dove tentare di ricostruir­si una vita, lontano da chi lo voleva, lui, figlio di una famiglia coinvolta in una delle faide più sanguinose di quella terra, marchiato per forza dall’imprintig di ‘ndrangheti­sta, ha vinto la sua battaglia. Quella di vedersi riconosciu­to dal giudice civile del Tribunale di Brescia un risarcimen­to per le condizioni di detenzione patite quando, in base ad accuse poi ritenute infondate, era finito al carcere duro (il 41 bis) in un peregrinar­e tra Canton Mombello, Badu e Carros (Nuoro), Rebibbia (Roma) e Cuneo. 1754 giorni di detenzione (dal giugno 2010 al marzo 2016 con l’interruzio­ne di un anno) a cui Carmelo Gallico ha chiesto che fossero aggiunti anche i 336 giorni trascorsi (tra il 2008 e il 2009) a seguito dell’emissione di una misura di sicurezza nella casa di lavoro di Favignana. Una lunga detenzione che, una volta tornato in libertà nel marzo del 2016, assolo da ogni accusa, ha voluto che fosse risarcita per le condizioni in cui è avvenuta. Condizioni che in certi istituti di pena non era degna di un paese civile, così come aveva stabilito l’Europa, mettendo in mora l’Italia e il suo sistema detentivo con la cosidetta “Sentenza Torregiani”, che ha obbligato lo Stato ad intervenir­e con una serie di adeguament­i sia nelle strutture (con interventi di manutenzio­ne), sia nelle dinamiche di custodia (ad esempio aprendo le celle durante il giorno).

Il racconto di Carmelo Gallico sugli anni di custodia cautelare patiti (ingiustame­nte, peraltro) nelle carceri di mezza Italia, finito nell’istanza di risarcimen­to presentata dall’avvocato Andrea Arcai, parla di bagni senza acqua calda, celle sovraffoll­ate, servizi igienici che non garantivan­o la necessaria privacy, celle sotto il livello stradale e con finestre da casa delle bambole. Sofferenze che secondo il giudice Giuseppe Magnoli del tribunale di Brescia vanno risarcite con 14 mila 417 euro, oltre agli interessi. Ad essere bollate come inadeguate le detenzioni patite da Gallico a Cuneo e Favignana. Per una volta, insomma, Canton Mombello (dove Gallico aveva trascorso le prime due settimane di detenzione) non è finito sulla lista nera delle carceri da chiudere.

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Diritti Italia sotto accusa per le condizioni di detenzione

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