Botti, tre multe e una denuncia
Denunciato dopo che un cliente era rimasto ferito a Capodanno
Capodanno senza botto: in tre (uno in piazza Loggia) sono stati pizzicati in città, con «petardi» pericolosi. Uno, invece, denunciato per aver venduto abusivamente materiale esplodente a un ragazzo rimasto ferito il 31 a Rezzato.
Capodanno col botto: vietato. Ma c’è chi ha sgarrato. E adesso ne paga le conseguenze, pure in ospedale, purtroppo. Severissime le regole per i festeggiamenti in centro storico, con gli spettacoli prima in piazza Duomo e poi in piazza Loggia, come da ordinanza comunale: «Niente fuochi o prodotti pirotecnici». Non da ultimo, dopo il Comitato per l’ordine e la sicurezza ad hoc convocato in Prefettura gli ultimi giorni dell’anno, la questura aveva disposto una serie di controlli a tappeto nelle rivendite. Autorizzate, s’intende.
Il bilancio dei controlli in città dice di tre verbali compilati e consegnati dagli agenti di polizia locale (sei uomini in servizio in piazza) prima dello scoccare della mezzanotte proprio per i fuochi d’artificio. Un ragazzo è stato pizzicato in flagranza in piazza Loggia. Dove la macchina della sicurezza ha funzionato senza intoppi, come dimostravano le lunghe code fino agli ingressi filtrati dai tornelli al fine di impedire l’introduzione sì di fuochi d’artificio, ma anche di alcolici, bottiglie di vetro o di plastica munite di tappo. Vero è pure però che all’alba del primo giorno del nuovo anno bastava fare un giro poche decine di metri più in là, anche solo in piazza Vittoria, per notare una serie di bottiglie di spumante appositamente preparate per il brindisi e abbandonate, vuote.
È andata peggio in provincia. E poteva finire davvero male. Proprio nella notte di Capodanno i poliziotti della questura hanno fatto tappa nel reparto di Neurochirurgia in Poliambulanza: è lì che era appena stato ricoverato un ragazzo di 28 anni, originario del Montenegro, in prognosi riservata. Dopo l’esplosione, un petardo «artigianale» lo aveva colpito in pieno volto. Il punto è che quel piccolo ordigno il ragazzo l’aveva comprato la mattina del 31 dicembre, salvo poi realizzare con un amico altrettanto intrepido una sorta di mortaio fatto in casa per festeggiare a dovere la fine dell’anno. Usato, in sostanza, per innescare e far esplodere il fuoco pirotecnico verso le undici di sera, a Rezzato. Pessima idea. Perché quel fuoco d’artificio gli è esploso in faccia.
Ma è stato lo stesso mortaio a condurre gli agenti fino al vertice della «filiera»: dentro, c’era ancora un residuo dell’etichetta del petardo che riportava alcune indicazioni sulla sua fabbricazione. Dal modello e la marca fino al rivenditore. Gli uomini della squadra Volante e della Mobile sono arrivati a lui: un 40enne di casa a Ospitaletto che aveva ceduto quel petardo F4 (sigla che comprende fuochi d’artificio con elevato rischio potenziale e destinati ad essere usati esclusivamente da persone con conoscenze specialistiche) ai ragazzi pur senza averne la licenza di vendita. Il venditore abusivo è stato quindi denunciato per cessione illecita di materiale esplodente, come da norma specifica, che prevede, peraltro, non solo il divieto di commercializzazione, ma anche di affidare questo tipo di fuochi a persone prive di competenze in materia. Proprio a Ospitaletto e Rezzato, nello stesso tempo, la polizia ha condotto una serie di perquisizioni finalizzata proprio alla ricerca di altri fuochi d’artificio simili: sotto sequestro altri cinque prodotti pirotecnici della stessa categoria, che il 28enne montenegrino — nel frattempo in via di guarigione — aveva consegnato al vicino di casa di due anni più grande.
Una vicenda, sottolinea la questura, «che ancora una volta dimostra il rischio che si corre acquistando fuochi d’artificio proibiti i quali richiedono abilitazioni speciali proprio in virtù della loro pericolosità».
La polizia Una vicenda che dimostra il rischio che si corre acquistando fuochi d’artificio proibiti senza abilitazione L’esplosione A Rezzato la sera del 31 un 28enne è stato colpito in pieno volto da un petardo