L’ultimo selfie poi il dramma
Le vittime francesi e una vacanza tragica
Voleva solo fare sapere agli amici e ai parenti che stavano bene. E che non vedevano l’ora di arrivare a Venezia, dopo una tappa a Verona. Ha preso lo smartphone e ha inquadrato tutta la famiglia per scattarsi un selfie — poi inviato — in auto, mentre sorridenti e felici percorrevano quell’autostrada che di lì a pochi chilometri avrebbe cancellato le loro vite intrappolandole in un inferno di fuoco. A bordo della Kia Sportage di famiglia, martedì, in A21, c’erano Wilfrid Kornatowski, 32 anni, la moglie Sabrina e i loro figlioletti Nolhan, 7 anni , e Lina, 2, oltre al piccolo Mathèo, 13 anni, fratello di Wilfrid. Lo portavano sempre con sé. L’ultimo fermo-immana, gine di un tempo che non tornerà più.
Vivevano a Saint Vallier de Thiey, cittadina nell’entroterra della Costa Azzurra, una quindicina di chilometri da Grasse. Lì dove, nelle ultime ore (come riporta il quotidiano francese Nice Matin) non si parla d’altro che di quel «vento di Satana» che ha investito questa meravigliosa famiglia. E dove le piccole scocciature quotidiane si polverizzano davanti alla «tragedia indescrivibile» che l’ha colpita.
Li conoscevano tutti, Wilfrid e Sabrina. Unitissimi, nella vita e nel lavoro. Perché insieme gestivano «il sogno di sempre», quel progetto realizzato con fatica e sacrifici e inaugurato il 14 luglio scorso: il loro food track parcheggiato vicino al Camping des Arboins, che ha regalato a Saint Vallier centinaia di piatti pronti per pranzo. Lei, Sabridal si occupava delle insalate e dei dessert, squisiti (tra i quali pure un trittico speciale di tiramisù); lui, Wilfrid, preparava i panini e le altre pietanze da asporto. Servivano anche i piccoli commercianti della zona, con molti manicaretti freddi. Ed è proprio poco dopo l’ora di pranzo, che il destino se li è spazzati via.
Il 2 gennaio erano sulla strada (maledetta) delle tanto sospirate vacanze di Natale in Italia. L’annuncio della chiusura dell’attività dal 23 dicembre, sulla pagina Facebook del track, «L’En K - Fast Good», sotto il post con l’illustrazione del nuovo menu («per il benessere dei vostri occhi»): «Vi auguriamo un delizioso 2018, ricco di golosità. Appuntamento giovedì 11 gennaio». Ma non torneranno più. Non al furgone. Non Mathèo a Grasse, dove risulta residente, e alla scuola media di Carnot, nè Nolhan alla Emile Felix, dai compagni e gli amichetti di sempre. Su Facebook, le foto con i clienti e tanti selfie: ai fornelli, Wilfrid e Sabrina da soli o con i bambini: al mare, in auto, con il pollice all’insù a fare linguacce.
«Non conosco nessun altro con una simile gioia di vivere. Così ricco d’amore» le parole commosse di Christian Martinez, papà di Sabrina, distrutto dolore insieme alla moglie Roselba. Patrick, padre di Wilfrid (la mamma è Nathalie, mentre il piccolo Mathèo è nato dalla seconda unione con Carole) non risparmia parole senza pietà per quel camion che ha travolto l’auto del figlio: «Un’ingiustizia terribile...». L’ospedale di Grasse avrebbe istituito una task force per offrire sostegno psicologico ai parenti delle vittime, che vivono a Magagnosc. È stato proprio il sindaco, Jérôme Viaud, mercoledì sera, a dare loro la tremenda notizia dello schianto in autostrada. Eppure, «nemmeno il dolore è riuscito a separarli», dice Patrick.
Restano, in Rete, quattro lavagnette di legno circondate da stelle d’oro per gli auguri di Natale: «Sab», «Will», «Lina», «Nolhan».