Orologi preziosi Se il capolavoro sta in una mano
Incontri, laboratori e concerti al Poldi Pezzoli
Un mondo che si tiene in una mano. La definizione è di Annalisa Zanni, direttore del Museo Poldi Pezzoli, e si riferisce all’oggetto orologio. Già la casa museo ne possedeva importanti esemplari: due donazioni, quella di Bruno Falck nel 1973 (129 pezzi) e quella degli eredi di Piero Portaluppi nel 1976 (200 meridiane portatili e meccanismi solari), più altre donazioni minori, costituivano infatti un patrimonio specialistico unico nel suo genere. Ma dal 24 novembre, data d’inaugurazione delle nuove tre sale del Poldi, questo patrimonio si è incrementato in modo straordinario. Da allora infatti sono esposti qui 90 esemplari inediti e internazionali, tra XVI e XX secolo, della ex collezione del commendatore genovese Luigi Delle Piane, una selezione su circa 400 modelli donati nel 2016 da un anonimo mecenate milanese.
«Delle Piane era un pioniere in Italia in questo campo», racconta Zanni. «Nel 1925, quando acquista all’asta a Berlino 46 pezzi rari barocchi, i collezionisti di orologeria erano ancora pochi, soprattutto inglesi e americani». La raccolta si arricchisce fino al 1961, quando Delle Piane viene a mancare. «Aveva sempre scelto con gusto e criterio precisi, con preferenza verso le decorazioni preziose e verso i meccanismi originali, perfettamente conservati». Da qui l’unicità e la meraviglia dei piccoli capolavori esposti, restaurati da Arass Brera, tra cui una «tamburina» tedesca del 1560, il pezzo più antico ornato con una teoria di animali, o il curioso «Lover’s Eye» da petto, che reca al centro un occhio: quello dell’amante segreto che segue ovunque l’amata. O ancora lo splendido Jacques Goullons, realizzato a Parigi intorno al 1650-60, la cassa miniata con scene ispirate agli affreschi di Giulio Romano in Vaticano, o il «perpetuelle» di Breguet datato 1785, oppure il «remontoir» primo ‘900 che segna l’ora di 43 diverse città del mondo. Se aggiungiamo un corpus di cento antiche chiavi da carica, recente dono di Alfredo Zanotelli, oggi il Poldi possiede una delle più importanti collezioni di orologeria a livello europeo. E si è già organizzato per diffonderne la conoscenza: viene presentato stasera il ciclo di incontri e attività «Il tempo degli orologi», dedicato a tutti, specialisti e non: un modo per mettere a frutto le ricerche della task force di esperti, capitanati dalla conservatrice Lavinia Galli, che ha lavorato e compiuto studi sui nuovi esemplari acquisiti. Il calendario degli eventi, realizzati con il sostegno di Pisa Orologeria, si trova in dettaglio sul sito del museo: al mercoledì aperitivi con maestri artigiani di settore a cura di Fondazione Cologni, al giovedì dialoghi con esperti, collezionisti e restauratori, al sabato visite su misura e laboratori per bambini con Ad Artem, alla domenica percorsi guidati per adulti con Associazione Hora, laboratori per adulti con Arass Brera e concerti a tema in collaborazione con Serate Musicali.