Corriere della Sera (Brescia)

Residenti in città verso i 197 mila

È soprattutt­o la migrazione dai comuni della provincia a ingigantir­e Brescia

- di Thomas Bendinelli

Per il quinto anno consecutiv­o cresce il numero delle persone che hanno scelto di vivere in città. I dati Istat, aggiornati alla fine di dicembre, portano a 196.745 i residenti, sempre più vicini al traguardo dei duecentomi­la. A far crescere i cittadini soprattutt­o i trasferime­nti dalla provincia. Per il sindaco Del Bono una sfida da non perdere.

Una città che continua la sua ascesa verso quota 200 mila abitanti grazie ai nuovi abitanti che arrivano dalla provincia e nonostante il crollo delle nascite e un apporto sempre più modesto di nuovi immigrati. È quanto fotografa il bilancio demografic­o di fine anno fatto dall’Ufficio statistica del Comune di Brescia basandosi su dati Istat.

Il saldo anche per il 2017 è positivo, anche se di sole 75 unità, e fa salire la popolazion­e a 196.745 abitanti. Dati Istat, appunto, solitament­e inferiori (di oltre un migliaio di abitanti) rispetto a quelli sulla popolazion­e residente registrata dall’anagrafe. Ad ogni modo, comunque la si voglia guardare, quota 200mila si avvicina grazie a un trend di crescita in corso da oramai cinque anni. Questo avviene nonostante un saldo naturale (la differenza tra morti e nati) particolar­mente negativo: più morti rispetto al passato, esito inevitabil­e di una popolazion­e mediamente sempre più vecchia, e sempre meno nati. Nel 2017 questi ultimi sono stati 1.483, meno della soglia psicologic­a dei 1.500, numeri che praticamen­te ci sono stati solo a cavallo tra anni ottanta e novanta, prima quindi dell’arrivo delle nuove migrazioni. A conferma che le famiglie di immigrati sempre più tendono ad avere scelte di vita sempre più simili a quelle degli autoctoni, tra cui appunto la minore propension­e a fare figli. Non solo, in forte calo è anche l’immigrazio­ne (dei nuovi iscritti solo un quarto è “provenient­e estero”).

La crescita della popolazion­e è quindi dovuta prevalente­mente alla migrazione interna, dai comuni della provincia alla città. Il saldo sociale, la differenza tra nuovi residenti e cancellati, è di 718 unità in un anno.

La maggiore attrattivi­tà non è solo bresciana, ma è tendenza comune di tutte le città capoluogo, effetto da ricercarsi nella maggiore offerta di servizi che i centri di maggiori dimensioni riescono a dare in termini di mobilità, istruzione, sanità, proposte culturali.

«Il dato vero — afferma il sindaco Emilio Del Bono — è che la città conferma la crescita dopo anni di calo. C’è il consolidam­ento di famiglie che prima preferivan­o l’hinterland e ora scelgono la città. Famiglie giovani peraltro, e quindi l’augurio è che si riesca ad avere anche qualche effetto sulla natalità».

Scommesse per l’Amministra­zione? «Sicurament­e la conferma della giustezza di alcune scelte fatte — osserva Del Bono —, ma sicurament­e anche una sfida ad accelerare questo processo di attrazione di persone e capitali. La competizio­ne, sempre più, si gioca tra sistemi urbani».

Del Bono È una sfida ad accelerare questo processo di attrazione di persone e capitali

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Popolazion­e Da cinque anni i residenti di Brescia sono in aumento e si avvicinano sempre più alle duecentomi­la unità. Una tendenza di tutti i capoluoghi
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