Residenti in città verso i 197 mila
È soprattutto la migrazione dai comuni della provincia a ingigantire Brescia
Per il quinto anno consecutivo cresce il numero delle persone che hanno scelto di vivere in città. I dati Istat, aggiornati alla fine di dicembre, portano a 196.745 i residenti, sempre più vicini al traguardo dei duecentomila. A far crescere i cittadini soprattutto i trasferimenti dalla provincia. Per il sindaco Del Bono una sfida da non perdere.
Una città che continua la sua ascesa verso quota 200 mila abitanti grazie ai nuovi abitanti che arrivano dalla provincia e nonostante il crollo delle nascite e un apporto sempre più modesto di nuovi immigrati. È quanto fotografa il bilancio demografico di fine anno fatto dall’Ufficio statistica del Comune di Brescia basandosi su dati Istat.
Il saldo anche per il 2017 è positivo, anche se di sole 75 unità, e fa salire la popolazione a 196.745 abitanti. Dati Istat, appunto, solitamente inferiori (di oltre un migliaio di abitanti) rispetto a quelli sulla popolazione residente registrata dall’anagrafe. Ad ogni modo, comunque la si voglia guardare, quota 200mila si avvicina grazie a un trend di crescita in corso da oramai cinque anni. Questo avviene nonostante un saldo naturale (la differenza tra morti e nati) particolarmente negativo: più morti rispetto al passato, esito inevitabile di una popolazione mediamente sempre più vecchia, e sempre meno nati. Nel 2017 questi ultimi sono stati 1.483, meno della soglia psicologica dei 1.500, numeri che praticamente ci sono stati solo a cavallo tra anni ottanta e novanta, prima quindi dell’arrivo delle nuove migrazioni. A conferma che le famiglie di immigrati sempre più tendono ad avere scelte di vita sempre più simili a quelle degli autoctoni, tra cui appunto la minore propensione a fare figli. Non solo, in forte calo è anche l’immigrazione (dei nuovi iscritti solo un quarto è “proveniente estero”).
La crescita della popolazione è quindi dovuta prevalentemente alla migrazione interna, dai comuni della provincia alla città. Il saldo sociale, la differenza tra nuovi residenti e cancellati, è di 718 unità in un anno.
La maggiore attrattività non è solo bresciana, ma è tendenza comune di tutte le città capoluogo, effetto da ricercarsi nella maggiore offerta di servizi che i centri di maggiori dimensioni riescono a dare in termini di mobilità, istruzione, sanità, proposte culturali.
«Il dato vero — afferma il sindaco Emilio Del Bono — è che la città conferma la crescita dopo anni di calo. C’è il consolidamento di famiglie che prima preferivano l’hinterland e ora scelgono la città. Famiglie giovani peraltro, e quindi l’augurio è che si riesca ad avere anche qualche effetto sulla natalità».
Scommesse per l’Amministrazione? «Sicuramente la conferma della giustezza di alcune scelte fatte — osserva Del Bono —, ma sicuramente anche una sfida ad accelerare questo processo di attrazione di persone e capitali. La competizione, sempre più, si gioca tra sistemi urbani».
Del Bono È una sfida ad accelerare questo processo di attrazione di persone e capitali