Aeroporto: tutto fermo Abem rinnova ma senza gioie
Fermi gli investimenti promessi, Abem attende. Nuove richieste di personale
È molto difficile che per la fine di gennaio arrivi dall’Enac l’autorizzazione necessaria a far partire la Newco che dovrà gestire l’aeroporto di Montichiari. Nel frattempo si prolunga l’accordo in vigore con Catullo e Save. E con qualche mal di pancia, anche perché gli investimenti per ora sono rimasti solo sulla carta. Ma è chiaro che con il 20 per cento nella joint venture, come sottolinea qualcuno, non c’è molto margine di manovra. Intanto pare che qualcosa si muova: alla Fidelitas che garantisce parte della sicurezza a Montichiari e Villafranca è stato chiesto un aumento di personale.
Difficile, molto difficile che entro il prossimo 31 gennaio arrivi dall’Ente nazionale per l’aviazione civile quell’autorizzazione necessaria a far partire la newco che dovrà gestire l’aeroporto di Montichiari.
Nessun problema sull’ulteriore allungamento dell’accordo in vigore. Un contratto di joint venture tra la Valerio Catullo di Verona Villafranca, la Società Aeroporto Brescia e Montichiari (Abem) e i veneziani di Save. Sottoscritto nell’ottobre del 2016 e rinnovato a giugno dello scorso anno, definisce i termini dell’ingresso di Abem con un 20% nella nuova società.
«I nostri tecnici e quelli di Catullo Save si incontrano con regolarità — ha sottolineato il presidente di Abem, Giuliano Campana — siamo pronti ma restiamo ancora in attesa delle necessarie autorizzazioni. Nel frattempo allungheremo la scadenza dell’accordo».
Come dire che la pazienza è la virtù dei forti. Gli investimenti previsti dal piano industriale della Save - Catullo, per ora rimangono però solo sulla carta. E se questa è la posizione ufficiale, sotto traccia qualche «mal di pancia» fatica a rimanere chiuso nelle stanze dei bottoni. Di certo l’esito delle elezioni, comprese quelle per il successore di Maroni alla guida del Pirellone, potrebbe in qualche modo rimescolare le carte in tavola.
Il «Siamo in attesa, poi vedremo» a commento della situazione di stallo di una voce autorevole della compagine bresciana, ne è la sintesi. Altrettanto certo è che la voce grossa con una quota del 20% di una società è difficile da fare. Ed è importante ricordarlo. Eppure qualcosa si muove. Giacomo Gnutti, presidente della Fidelitas che ha in appalto i servizi di sicurezza degli aeroporti di Verona e di Montichiari, ha ricevuto indicazioni per maggiori servizi. «Siamo già presenti con oltre 120 guardie giurate al Catullo e occorrono diversi mesi per inserire nell’organico nuovi elementi. Per lavorare in aeroporto infatti si deve ottenere anche un certificato dell’Enac. Come gruppo — ha ricordato Gnutti — stiamo selezionando oltre 200 persone. Ci stiamo solo portando avanti per essere pronti. Quando e dove serviranno, non lo sappiamo».
Sul versante operatori la SW Italia, unica con Poste Italiane a lavorare sullo scalo monteclarense, ha commenti favorevoli dopo il volo inaugurale dello scorso marzo con tratta Hong Kong via Baku: «Siamo contenti dell’efficienza dei servizi — ha precisato il ceo Francesco Rebaudo — Per ora stiamo effettuando solo due/tre voli settimanali essendo per noi bassa stagione ma dopo il capodanno cinese, da marzo puntiamo ad arrivare a 4 voli». E se vede per lo scalo bresciano prospettive di crescita, ribadisce la premessa: «Serve una pista più lunga dove poter far volare aerei diretti per il Nord America o per l’Asia. Solo la nostra compagnia raddoppierebbe i voli e ne arriverebbero altre. Certo servono investimenti importanti e qualche incentivo ma alla fine i frutti si vedrebbero».
Ed allora, oltre alle parole, occorre guardare ai numeri. Gli ultimi dati disponibili dell’Enac riferibili ai primi nove mesi 2017, raccontano che alla sezione passeggeri trasportati (7.546) si registra una flessione, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, di oltre 23 punti percentuali. Per quanto riguarda il trasporto merci sono state superate le 13 mila tonnellate (-1,9%).
A fine settembre lo scalo di Montichiari aveva comunque compiuto un balzo in avanti nella specifica graduatoria degli aeroporti cargo italiani posizionandosi al sesto posto prima di scali come Roma Ciampino, Linate, Pisa e Napoli ma ben lontano da Bergamo (91.973 tonn; +7,8%) o da Bologna (31.172; +14,4%).