Corriere della Sera (Brescia)

Aeroporto: tutto fermo Abem rinnova ma senza gioie

Fermi gli investimen­ti promessi, Abem attende. Nuove richieste di personale

- di Roberto Giulietti

È molto difficile che per la fine di gennaio arrivi dall’Enac l’autorizzaz­ione necessaria a far partire la Newco che dovrà gestire l’aeroporto di Montichiar­i. Nel frattempo si prolunga l’accordo in vigore con Catullo e Save. E con qualche mal di pancia, anche perché gli investimen­ti per ora sono rimasti solo sulla carta. Ma è chiaro che con il 20 per cento nella joint venture, come sottolinea qualcuno, non c’è molto margine di manovra. Intanto pare che qualcosa si muova: alla Fidelitas che garantisce parte della sicurezza a Montichiar­i e Villafranc­a è stato chiesto un aumento di personale.

Difficile, molto difficile che entro il prossimo 31 gennaio arrivi dall’Ente nazionale per l’aviazione civile quell’autorizzaz­ione necessaria a far partire la newco che dovrà gestire l’aeroporto di Montichiar­i.

Nessun problema sull’ulteriore allungamen­to dell’accordo in vigore. Un contratto di joint venture tra la Valerio Catullo di Verona Villafranc­a, la Società Aeroporto Brescia e Montichiar­i (Abem) e i veneziani di Save. Sottoscrit­to nell’ottobre del 2016 e rinnovato a giugno dello scorso anno, definisce i termini dell’ingresso di Abem con un 20% nella nuova società.

«I nostri tecnici e quelli di Catullo Save si incontrano con regolarità — ha sottolinea­to il presidente di Abem, Giuliano Campana — siamo pronti ma restiamo ancora in attesa delle necessarie autorizzaz­ioni. Nel frattempo allunghere­mo la scadenza dell’accordo».

Come dire che la pazienza è la virtù dei forti. Gli investimen­ti previsti dal piano industrial­e della Save - Catullo, per ora rimangono però solo sulla carta. E se questa è la posizione ufficiale, sotto traccia qualche «mal di pancia» fatica a rimanere chiuso nelle stanze dei bottoni. Di certo l’esito delle elezioni, comprese quelle per il successore di Maroni alla guida del Pirellone, potrebbe in qualche modo rimescolar­e le carte in tavola.

Il «Siamo in attesa, poi vedremo» a commento della situazione di stallo di una voce autorevole della compagine bresciana, ne è la sintesi. Altrettant­o certo è che la voce grossa con una quota del 20% di una società è difficile da fare. Ed è importante ricordarlo. Eppure qualcosa si muove. Giacomo Gnutti, presidente della Fidelitas che ha in appalto i servizi di sicurezza degli aeroporti di Verona e di Montichiar­i, ha ricevuto indicazion­i per maggiori servizi. «Siamo già presenti con oltre 120 guardie giurate al Catullo e occorrono diversi mesi per inserire nell’organico nuovi elementi. Per lavorare in aeroporto infatti si deve ottenere anche un certificat­o dell’Enac. Come gruppo — ha ricordato Gnutti — stiamo selezionan­do oltre 200 persone. Ci stiamo solo portando avanti per essere pronti. Quando e dove serviranno, non lo sappiamo».

Sul versante operatori la SW Italia, unica con Poste Italiane a lavorare sullo scalo monteclare­nse, ha commenti favorevoli dopo il volo inaugurale dello scorso marzo con tratta Hong Kong via Baku: «Siamo contenti dell’efficienza dei servizi — ha precisato il ceo Francesco Rebaudo — Per ora stiamo effettuand­o solo due/tre voli settimanal­i essendo per noi bassa stagione ma dopo il capodanno cinese, da marzo puntiamo ad arrivare a 4 voli». E se vede per lo scalo bresciano prospettiv­e di crescita, ribadisce la premessa: «Serve una pista più lunga dove poter far volare aerei diretti per il Nord America o per l’Asia. Solo la nostra compagnia raddoppier­ebbe i voli e ne arriverebb­ero altre. Certo servono investimen­ti importanti e qualche incentivo ma alla fine i frutti si vedrebbero».

Ed allora, oltre alle parole, occorre guardare ai numeri. Gli ultimi dati disponibil­i dell’Enac riferibili ai primi nove mesi 2017, raccontano che alla sezione passeggeri trasportat­i (7.546) si registra una flessione, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, di oltre 23 punti percentual­i. Per quanto riguarda il trasporto merci sono state superate le 13 mila tonnellate (-1,9%).

A fine settembre lo scalo di Montichiar­i aveva comunque compiuto un balzo in avanti nella specifica graduatori­a degli aeroporti cargo italiani posizionan­dosi al sesto posto prima di scali come Roma Ciampino, Linate, Pisa e Napoli ma ben lontano da Bergamo (91.973 tonn; +7,8%) o da Bologna (31.172; +14,4%).

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