Uomini e donne che fecero la Pinacoteca
Al via un ciclo di incontri su donatori e direttori. E i lavori avanzano
Nel 1851 l’inaugurazione della prima pinacoteca a Palazzo Tosio. Sessant’anni dopo, il trasferimento a palazzo Martinengo, lascito al comune del conte Leopardo Martinengo da Barco, dove venne portata anche la collezione di palazzo Tosio.
Oggi il museo di piazza Moretto, dopo un lungo intervento di ristrutturazione, si appresta a vivere una nuova vita, riprendendo l’iniziale filosofia del dialogo con la città all’insegna dell’arte. L’inaugurazione dei nuovi spazi slitterà, rispetto alla data prevista del 3 marzo che coincide con le elezioni. «Giusto qualche giorno — assicura Luigi Di Corato, direttore della Fondazione Brescia Musei — e poi la città tornerà a godere della Pinacoteca». Sale rinnovate, ariose e luminose, «le vetrate saranno riaperte e tutto il piano terra sarà a misura di visitatore, dal cortile al bookshop, dalla biglietteria all’auditorium, dalla caffetteria al giardino». L’esposizione permanente, distribuita su mille metri quadrati di superficie, accoglierà nel piano nobile opere pittoriche, come da tradizione, ma anche bronzi, sculture e la collezione di vetri veneziani del ‘500 più ricca al mondo. «Il progetto di ristrutturazione ha inserito nel riordino delle sale anche un auditorium da 50 posti, uno spazio per gli allestimenti temporanei e una foresteria che sarà data in uso ad artisti ospiti della cittài», spiega ancora Di Corato. Tra le novità spicca la nuova sezione dedicata alla pittura dell’Ottocento che non era contemplata nell’assetto espositivo precedente (si spaziava dal Trecento al Settecento) chiuso al pubblico da circa un decennio. Ma «siamo al punto di svolta — afferma Roberta D’Adda, conservatore della Fondazione — perché stiamo già pensando al trasloco delle opere spostate durante i lavori tra il museo Diocesano e Santa Giulia. E proprio a Santa Giulia lunedì ha chiuso i battenti la mostra di dipinti della collezione del conte Paolo Tosio», proposti in un suggestivo intreccio tra la storia dell’arte di Brescia e quella nazionale. In pinacoteca arriveranno anche i due Hayez ospitati a palazzo Loggia nell’ufficio del sindaco.
E, nell’attesa del completamento dei lavori, si avvia il dialogo con la città attraverso una serie di incontri promossi insieme a chi fa e promuove arte in prima persona. «I musei devono interagire con gli artisti per questo abbiamo siglato una convenzione con AAB, l’Associazione Artisti Bresciani: il primo frutto è per un ciclo di incontri dedicati a chi ha contribuito alla sviluppo della pinacoteca». Gli appuntamenti sono in programma da oggi (inizio alle 18) e fino al 22 febbraio, tra la sede dell’AAb (vicolo delle Stelle) e Santa Giulia. «Ci è sembrato bello parlare degli uomini e delle donne che hanno regalato un patrimonio straordinario alla città», evidenzia il presidente di AAb, Massimo Tedeschi. I donatori, i primi custodi-pittori e i direttori nominati per concorso. Il ciclo “Aspettando la pinacoteca” (riconosciuto per l’aggiornamento professionale degli architetti – i posti disponibili sono 15) sarà un viaggio anche nello sviluppo della museologia, dai metodi espositivi alle nuove professionalità per la gestione dei tesori. Un percorso segnato dall’amore per l’arte, come quello del primo direttore, Giulio Zappa che dal fronte della Grande Guerra scriveva per avere notizie della sua Pinacoteca.
Sede rinnovata Mille metri per le opere e poi foresteria, bookshop, auditorium e spazio per le mostre temporanee Gli incontri Tre in AAB e tre in Santa Giulia per conoscere gli uomini e le donne artefici della Tosio-Martinengo