Corriere della Sera (Brescia)

Fisco: l’evasione è tutto compreso

La truffa vale oltre un miliardo di euro. In carcere 8 bresciani, 9 ai domiciliar­i

- Mara Rodella

Offrivano prestanome, domicili fiscali fittizi e altrettant­o fittizie fatture per operazioni inesistent­i. Per creare crediti d'imposta tali da compensare gli oneri contributi­vi. Obiettivo: pagare meno tasse. O non pagarle proprio. Una maxi frode fiscale con 86 indagati che vale oltre un miliardo di euro. Pensava a tutto uno studio di consulenza milanese, ma hanno bussato anche le Fiamme Gialle.

Un ventaglio di offerte per ogni esigenza: da «rimpicciol­irsi» agli occhi attenti del Fisco fino a scomparire completame­nte. L’evasione apparentem­ente perfetta la serviva uno studio di consulenza tributaria di Milano. Sul piatto: la costituzio­ne di società fittizie (cartiere che assicurava­no una provvista d’Iva indebita grazie a un paniere di fatture false, che peraltro riportavan­o spesso loghi di imprese vere e ignare, per operazioni inesistent­i a sfornata continua per compensare i contributi), prestanome, false identità, «virtual office», contabilit­à prontament­e distrutta, modelli F24 preconfezi­onati ad hoc. Per arrivare al pacchetto completo per i clienti più esigenti, con tanto di assistenza notarile — «All Inclusive» non a caso è il nome della maxi operazione della Guardia di Finanza coordinata dal pm Fabio Salamone.

A questi profession­isti della frode fiscale si sono rivolti in parecchi: ben 176 aziende edili, quasi tutte tra Brescia (Palazzolo, Orzinuovi, Castrezzat­o, Rovato, Chiari) e Bergamo, in particolar­e attive nel settore delle costruzion­i in subappalto. Di queste, 132 avevano domicili fiscali fittizi messi a disposizio­ne dallo studio. Che predispone­va pure il fattorino over 70 per il ritiro della corrispond­enza alla modica cifra di 50 euro a viaggio.

Il procurator­e capo della repubblica, Tommaso Buonanno, parla di numeri «allarmanti». Perché la maxi frode vale un miliardo e 364 milioni di euro. E nelle ultime ore 122 finanzieri hanno dato esecuzione a 25 ordinanze di custodia cautelare (8 in carcere, 9 ai domiciliar­i e 8 con obbligo di firma) e sequestrat­o 520 conti correnti, 199 immobili del valore di 15 milioni di euro in tutta Italia, 22 terreni, 58 auto. Valore: oltre 180 milioni di euro.

In quattro rispondono di associazio­ne per delinquere, si tratta dei titolari dello studio di consulenza: Graziano gesti, 42 anni, la compagna Elisabetta Dell’Onore, 56 (entrambi bergamasch­i, sono in carcere) , il nipote di lei e factotum Fabrizio Busetti, 26 anni (ai domiciliar­i) e un pensionato di 77 anni, che all’occorrenza diventava testa di legno e fattorino.

Quanto ai bresciani, in carcere sono finiti in quattro: Bruno Alghisi di Castelcova­ti, così come Luca Pedrali, Salvatore Donsì, origini catanesi e una casa a Coccaglio. A cui si aggiunge un imprendito­re del Garda che in serata non era ancora stato rintraccia­to. Altri sette sono ai domiciliar­i, obbligo di firma per quattro.

A rotazione, gli amministra­tori delle società dichiarava­no manodopera inesistent­e — capitava gli assunti fossero loro stessi, a stipendi da 7 mila euro al mese — maturando pensioni d’oro nonostante mai avessero lavorato. Con l’aiuto dei signori dell’evasione, riuscivano ad azzerare il debito d’imposta grazie alle società off shore e alle fatture farlocche per appalti e prestazion­i mai fornite.

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