Corriere della Sera (Brescia)

Il paradiso fiscale nato in Antarcticl­and e il domicilio fittizio alla stazione di Rovato

- M. Rod.

Dai grandi progetti oltreconfi­ne, fino al Polo, alle sedi inventate dietro l’angolo di cui, però, si era persa contezza. «Ragazzi, dov’è che l’abbiamo messa alla fine quella ditta là? Vi ricordate?». Più di una, di certo, era finita dove proprio non avrebbe dovuto: domicilio al civico della sala comandi della stazione ferroviari­a di Rovato.

Oltre ai computer dello studio di consulenza (in cui sono stati trovati i documenti con i conti dei guadagni) sotto la lente della procura e della Guardia di Finanza — sotto la guida del comandante provincial­e Salvatore Russo e del capitano Alessandro Dario Ragno della tenenza di Chiari — sono finite qualcosa come 66 mila intercetta­zioni ambientali, telematich­e e telefonich­e «che hanno confermato la piena consapevol­ezza di perpetuare la maxi frode all’Erario e agli enti previdenzi­ali». Due delle persone arrestate sono riuscite ad accumulare un vero e proprio tesoretto immobiliar­e: 33 appartamen­ti riconducib­ili a una serie di società inesistent­i. «Tanto non sono intestati a noi, quindi non ce le toccherann­o mai» scherzavan­o al telefono. Ovviamente i beni sono finiti tutti sotto sequestro.

All’origine dell’inchiesta, «l’analisi di rischio che ha fatto emergere un rapido avvicendam­ento sospetto degli amministra­tori delle società coinvolte senza un motivo economico». Inizialmen­te le Fiamme Gialle si erano concentrat­e su Franco Gesti, padre di Graziano e titolare dello studio di consulenza milanese, morto proprio durante le indagini. Era lui a promettere agli imprendito­ri edili l’evasione totale delle imposte. Non solo. Si presentava come un ministro del fantomatic­o governo di Antarcticl­and, presunto paradiso fiscale di uno Stato mai riconosciu­to. Ed è in quel millantato «paradiso fiscale» che avrebbe promesso agli impresari di «trasferire» le sedi delle aziende.

«Indagini come questa hanno una grande valenza sociale: viviamo in una realtà che chiede ai cittadini di fare sacrifici, poi ci troviamo di fronte a profession­isti simili che tradiscono il loro mandato agendo contro gli interessi della collettivi­tà», evidenzia il procurator­e capo Tommaso Buonanno. E con lui il sostituto procurator­e Fabio Salamone: «C’è un problema di deontologi­a delle profession­i e di controlli sulle compensazi­oni orizzontal­i tra crediti Iva e oneri contributi­vi. O ci sono le indagini, o queste cose non emergono. Siamo di fronte solo alla punta dell’iceberg, ma l’Italia è molto più grande».

 ?? L’operazione ?? Ha messo a nudo un sistema di frode che offriva servizi completi. Uno degli arrestati portato in cella dalla Finanza (LaPresse/ Cavicchi)
L’operazione Ha messo a nudo un sistema di frode che offriva servizi completi. Uno degli arrestati portato in cella dalla Finanza (LaPresse/ Cavicchi)

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