I suoi campioni in un unico coro «Ha segnato la nostra vita»
All’obitorio della Domus Salutis sono passate molte persone: amici, parenti e sportivi. Tra questi Simone Dallamano, Roberto Baronio, Antonio Filippini, Abderrazak Jadid e un Andrea Alberti (centravanti, esordì in Serie A diciassettenne ma poi si è smarrito: Clerici lo considerava il suo più grande rimpianto) in lacrime. Sulla bara il gagliardetto della Voluntas, sul tavolino l’immagine di Clerici con la Gothia Cup vinta nel 2010. Gli occhi lucidi, le parole strozzate in gola, l’emozione per il ricordo del «maestro» da parte di un campione come Andrea Pirlo: la figlia Eleonora ha mostrato commossa, a tutti i familiari, le frasi riportate su Instagram dal talento di Flero. Il post di Emanuele Filippini sui social riassume il percorso di un uomo che ha dato molto al nostro territorio: «Il calcio nella nostra città. Il cuore alla Voluntas. La passione e la costanza trasmessa a tutti. Buon viaggio maestro…». Anche il sindaco Del Bono, con tutta la sula giunta, ha voluto esprimere la sua vicinanza: «Con occhio attento ed esperto riusciva a scovare, tra le nuove leve, giovani dalle grandi doti. Grazie alle sue capacità e alla sua sensibilità, è riuscito ad aiutare generazioni di giocatori a crescere, umanamente e professionalmente. La sua scomparsa lascia davvero un grande vuoto nel panorama sportivo bresciano». «Tra i tanti messaggi che abbiamo ricevuto —confida Eleonora — mi piace rileggere quello di Gianluca Busi, uno degli allievi dell’annata 1988. È questo il ritratto più vero di mio papà che era davvero benvoluto da tutti. «Grazie al signor Clerici — scrive Busi — ci portiamo dentro alcuni valori importanti. È una figura che ha inciso parecchio nella vita di ognuno di noi. Da lui ho appreso la perseveranza, la disciplina e il rispetto. Ricordo ancora le filastrocche che ci faceva ripetere sul campo per memorizzare concetti e insegnamenti tattici». Il «maestro» continua a vivere nel ricordo di chi l’ha conosciuto.