I primi (misconosciuti) film di Tinto Brass in pellicola 35mm
Cartellone di rarità per «I venerdì della pellicola 35mm», ciclo di Cineteca all’Oberdan (viale V. Veneto 2, tel. 02.87.24.21.14, ingr. € 7,50). L’inaugurazione con Tinto Brass e i suoi primi lavori, testimonianza di ricerca che l’autore dimostrava fra sperimentalismo e commistione di generi. Oggi alle ore 18 «Chi lavora è perduto (In capo al mondo)» (1963) mette a fuoco il bilancio di un ventisettenne, interpretato da Sady Rebbot, su sfondo veneziano. Esempio di film sperimentale che dilata l’idea di una soggettiva e fa ampio uso di dettagli, oltre a ricordare in un cameo il grande Tino Buazzelli. Prossimo venerdì 19, altro titolo raro, «Il disco volante» (1964), imperdibile per il cast dominato da un camaleontico Alberto Sordi in abito talare, in panni di aristocratico con bassotto, in divisa da uomo d’ordine, e anche come intellettuale che «non ne può più dei soliti Moravia e Pasolini». Al suo fianco una bellissima Monica Vitti, moglie adultera, e Silvana Mangano, vedova contadina.