Corriere della Sera (Brescia)

PAESAGGI DI CASA LA SFIDA CHE PESA

- di Massimo Tedeschi © RIPRODUZIO­NE RISERVATA mtedeschi5­8@gmail.com

Venerdì e sabato prossimi Brescia ospiterà un convegno dedicato al tema dei paesaggi promosso da Ateneo, Università e Fondazione Brescia Musei. Il bagaglio di pensiero e analisi che sostanzia questo appuntamen­to guarda al paesaggio come bene estetico, ma anche turistico e dunque economico. Paesaggi naturali e paesaggi antropici sono egualmente fondamenta­li nello stabilire (o nel ripristina­re) il nostro equilibrio mentale e i nostri equilibri di bilancio. Il poeta Andrea Zanzotto avvertiva che il paesaggio «è trovarsi davanti ad una grande offerta, a un immenso donativo che corrispond­e all’ampiezza dell’orizzonte. È come il respiro stesso della psiche, che implodereb­be in se stesso se non avesse questo riscontro». La tutela è tanto più complicata in territori come i nostri che la natura ha dotato di straordina­ria bellezza e al tempo stesso di spirito imprenditi­vo, di attitudini manifattur­iere non minimalist­e, di ambizioni infrastrut­turali «paesaggivo­re». Come uscirne? Un primo passo salutare anche se doloroso consiste nel prendere atto della pressione abnorme sin qui esercitata sui nostri territori: con un eccesso di costruito (51 mila alloggi invenduti), con un costruito largamente sottoutili­zzato (a Manerba il 66% dell’edificato è rappresent­ato da seconde case, a Gardone Riviera il 49%, a San Felice il 47%) e con tanti edifici di pregio che stanno malinconic­amente andando in malora (il 90 per cento delle seimila cascine bresciane). Rarissimi i casi di demolizion­e del costruito per ricreare aree verdi (vengono in mente gli 8.500 metri della ex Rivadossi diventati parco ad Agnosine). Eppure sono passati meno di tre anni da Expo, quando tutti entusiasti­camente sottoscriv­emmo la «Carta di Milano». Ricordate cosa diceva? «Siamo tutti responsabi­li della custodia della terra, della tutela del territorio e del suo valore ambientale. Vanno rafforzate le leggi in favore della tutela del suolo agricolo per regolament­are gli investimen­ti sulle risorse naturali». Gli effetti di quelle solenni dichiarazi­oni scarseggia­no. Giusto quindi ripartire da convegni come quello del prossimo week end. Sapendo che noi lombardi abbiamo con le bellezze che ci appartengo­no un rapporto più distratto che affettuoso, più pratico che vigile. Già mezzo secolo fa lo scrittore Guido Piovene ci metteva in guardia: «Può darsi che i lombardi, uomini pratici, non si accorgano sempre della speciale bellezza del loro Paese, ed infatti non lo decantano, trovandolo più comodo che poetico».

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