Il partito delle non promesse
Inizio di gennaio già caldo sul fronte degli odori a Calcinatello. Nei giorni scorsi odori fortissimi dalle 6.50 circa fino alle 7.30 in molte zone di Calcinatello (frazione altamente penalizzata). Il giorno successivo stessa cosa e la sera dopo fino alle 22.30 in molte zone del centro di Calcinatello non era possibile respirare. Il Comitato Cittadini Calcinato ha deciso di scrivere all’amministrazione e a tutti i consiglieri comunali per informarli che procederemo con una campagna informativa visto che da troppo tempo l’amministrazione comunale, sta dormendo sulle problematiche legate agli odori che affliggono il nostro territorio. Già dal maggio 2016 il Comune aveva avviato una campagna di monitoraggio secondo la direttiva regionale IX/3018. ll comitato aveva avvertito che se le modalità di rilievo odori fossero state solo quelle informatiche non avrebbe aderito alla campagna perché sarebbe stata sicuramente un fallimento. Cosa che è avvenuta. Questo Comitato da sempre ribadisce la piena e totale disponibilità per un confronto davanti ad una situazione insostenibile. I sindaci hanno enormi poteri per difendere il territorio, ma devono dimostrare la volontà di risolvere i problemi. Quando un’amministrazione, anche davanti all’apertura di nuovi impianti, decide di non coinvolgere i cittadini, ha poi poco di che rammaricarsi per i messaggi dal tono acceso che riceve.
La lunga competizione elettorale è partita con il piede sbagliato. Politiche e amministrative sono l’occasione, per le forze politiche, di offrire un decisivo cambio di rotta che mi pare non avvenga. Non entro nel merito delle proposte ma vorrei suggerire alcune riflessioni di metodo. Tutti i partiti si devono confrontare con il vero partito maggioritario: quello dei non votanti. E tutto fa credere che quest’ultimo, più che diminuire, possa aumentare. Fossi un politico, ne fonderei uno nuovo: quello delle non promesse. Sì, perché, l’Italia ha bisogno di tutto, tranne che di promesse difficilmente realizzabili e che indicano, al contrario, il vuoto di intelligenza politica. Ma non andrà così e alla fine, il 4 marzo, ci troveremo alle prese con il problema di governabilità affidato ad una classe politica sempre più raccogliticcia e priva delle necessarie qualità per governare. Altro discorso per le amministrative di maggio, ma il pericolo di un’astensione molto ampia esiste e spero se ne rendano conto i protagonisti in campo. Le premesse, però, non sono incoraggianti. Proporrei, allora, di abbandonare slogan ad effetto (appello ai “traslochi” compreso) e mi concentrerei su di una complessiva ed articolata idea di città. Ogni amministrazione ha prodotto effetti positivi e negativi. Ma le proposte devono portare ad un confronto serrato, e civile, su quali possono essere le migliorie possibili, senza recriminare sul passato, per proiettare il discorso sul futuro. Si tratta, insomma, di non fare promesse mirabolanti e impossibili, ma di partire, appunto, da come si intende realizzare la futura idea di città, possibile e realizzabile, tenendo conto delle risorse disponibili. Brescia, come altre città, ha bisogno di guardare avanti, di offrire soluzioni alternative secondo la diversa visione delle forze politiche in campo, ma necessita anche di nuovi attori, di risorse intellettuali in grado di progettare, di convincere e, quel che non guasta, di fare. Non è necessario voltare pagina, ma solo scriverne di nuove, in continuità con quelle precedenti. I cittadini attendono questo segnale. Se ciò non accadesse, sarebbe la sconfitta della politica che Brescia proprio non si merita.