Corriere della Sera (Brescia)

Nel Pd camuno guerra sui nomi

Il renziano Mario Bezzi preferito alla parlamenta­re Marina Berlinghie­ri. Lega: Caparini escluso dal territorio

- Giuseppe Arrighetti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Esercizio di democrazia o resa dei conti? La scelta dei nomi da candidare alle prossime elezioni regionali e politiche in valle Camonica oscilla fra questi estremi, con amministra­tori locali pronti a compiere il grande balzo, e politici azzoppati «traditi» dal proprio territorio.

Ad aprire le danze è stato il Partito democratic­o, che ha scaricato la deputata uscente

Marina Berlinghie­ri preferendo­le il portavoce ed ex sindaco di Ponte di Legno

Mario Bezzi. Durante una riunione terminata alle 2 di notte, i democratic­i camuni, pur potendo contare su un candidato donna e su un candidato uomo, sfruttando così la richiesta di genere imposta dalla scheda elettorale, hanno preferito andare alla conta fratricida. 28 voti li ha raccolti Bezzi, 18 Berlinghie­ri. Questi due nomi saranno ora trasmessi ai reggenti del partito che stanno preparando le liste (i vari Lotti, Martina, Franceschi­ni, Orlando... Renzi) per essere inseriti in qualche collegio o nel listino del proporzion­ale. Sì, perché anche la deputata uscente sarà candidata: «In base allo statuto del partito — precisa lei — e confesso che il clima creato in Valle Camonica non mi piace per niente: invece che concentrar­e le nostre energie per puntare alla vittoria nelle elezioni del 4 marzo, ci facciamo la guerra in casa...». Nulla di nuovo, pensando a quel che succede dalle parti del Nazareno, dove ora Bezzi vuole irrompere con un chiodo fisso in testa: «La montagna. La montagna. E ancora la montagna» riassume lui, renziano della primissima ora. Su a Ponte di Legno se lo ricordano ancora Matteo Renzi accolto dalla banda a parlare al palazzetto dello sport che fu di Umberto Bossi.

«Ma la Lega oggi non tutela le autonomie – aggiunge Bezzi – e da Forza Italia e M5S non sento mai parlare di montagna. Credo che il Pd sia l’unica realtà in cui ci si possa muovere affinché le nostre valli bresciane abbiano quelle risorse che oggi sono riservate al Trentino, all’alto Adige e alla provincia di Sondrio. Mi auguro che il Pd di Brescia raccolga la sfida e non ci metta i bastoni tra le ruote».

In questa battaglia, Bezzi pedala in tandem con il suo storico alleato Corrado Tomasi, consiglier­e regionale uscente, che ha puntato su una sua nuova lista «Lombardia per le autonomie»: pur non candidando­si, ne è l’anima e punta a consegnare il suo tesoretto di voti (oltre 8 mila preferenze alle regionali del 2013) a due amministra­tori camuni a lui vicini: Oliviero Valzelli, presidente di Comunità montana e Bim, e

Sandro Farisoglio, sindaco di Breno. E Tomasi che fine farà? Vicinissim­o a Gori, se il sindaco di Bergamo vincesse contro Attilio Fontana e Dario Violi, per lui si annuncia un ritorno al Pirellone con un ruolo di primo piano. Sottosegre­tario? Chissà. Ma di sicuro con delega alla montagna.

Al Pirellone rischiano di non tornare neppure gli altri due consigl ier i camuni uscenti. Fabio Fanetti, ex sindaco di Sonico, era stato eletto con la Lista Maroni. Inviso alla Lega, le sue speranze di essere ricandidat­o sono appese a quella manciata di nomi su cui Fontana si è riservato di decidere in autonomia. Donatella Martinazzo­li invece, pur essendo della Lega, non è stata indicata dal suo partito che ha invece puntato su una nuova sestiche na: Beppe Donina (il segretario del partito), Francesco

Ghiroldi (sindaco di Piancogno, parlamenta­re prima di Davide Caparini, di cui parleremo tra poco) e Franco

Bontempi, volto nuovo come quello delle candidate per le quote rosa: Elisa Maj, Debora Pezzotti e Danila Salvetti. A spiegare la composizio­ne della rosa dei candidati è lo stesso Donina: «Sono i nomi, sia per le politiche che per le regionali, trasmessi a Milano, dove deciderann­o chi e dove candidare». Non ci sono né Caparini né la Martinazzo­li. Come mai? «Così ha deciso il territorio. Poi vedremo cosa deciderà il nazionale». Il niet a Caparini deriva da «quel ripete Salvini: non più di due mandati. E Davide ne ha già fatti cinque...».

Il resto del centrodest­ra, Forza Italia in primis, attende le indicazion­i di Maria Stella Gelmini: la valle però è sempre stata benevola anche nei confronti di Mauro Parolini. Anello di congiunzio­ne fra il regno di Camunia e il Sebino è il paese di Pisogne, dove vive e lavora Matteo Romano, dirigente nazionale di Fratelli d’Italia: «Esprimerem­o anche noi un candidato, tenendo conto non solo delle votazioni regionali e nazionali, ma anche di quelle per il Comune di Brescia».

Il ruolo di Tomasi Consiglier­e uscente del Pd ora appoggia «Lombardia per le autonomie» Marina Berlinghie­ri Io sarò comunque candidata, ma qui il clima non mi piace: ci facciamo la guerra in casa Mario Bezzi Punterò tutto sulla montagna e spero che a Brescia non mettano i bastoni tra le ruote

 ??  ?? Davide Caparini Se fosse rimesso in lista e venisse rieletto Caparini (qui con Rolfi) sarebbe un piccolo recordman nel mondo leghista: sarebbe, infatti, nonostante l’età, alla sesta legislatur­a
Davide Caparini Se fosse rimesso in lista e venisse rieletto Caparini (qui con Rolfi) sarebbe un piccolo recordman nel mondo leghista: sarebbe, infatti, nonostante l’età, alla sesta legislatur­a
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Marina Berlinghie­ri In questa foto è davanti a Montecitor­io in compagnia del figlio in occasione dell’insediamen­to in parlamento cinque anni fa. La Berlinghie­ri viene da Pisogne dove è stata amministra­trice
 ??  ?? Mario Bezzi Qui con la fascia tricolore da sindaco di Ponte di Legno ai tempi in cui si tentò l’unione con Temù. Bezzi è molto amico di Renzi che salì in valle per parlare nel Palazzetto un tempo regno di Bossi
Mario Bezzi Qui con la fascia tricolore da sindaco di Ponte di Legno ai tempi in cui si tentò l’unione con Temù. Bezzi è molto amico di Renzi che salì in valle per parlare nel Palazzetto un tempo regno di Bossi

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