Corriere della Sera (Brescia)

Prestiti, crescono quelli limitati e brevi Calano le domande di mutuo per la casa

I bresciani si sono indebitati mediamente per 6.800 euro per acquistare beni e servizi

- Roberto Giulietti © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Avanti con ottimismo ma con altrettant­a prudenza. Questo raccontano i dati contrastan­ti del barometro Crif (informazio­ni creditizie) sulla concession­e di prestiti alle famiglie lombarde nel 2017.

La richiesta di un finanziame­nto a Brescia si è presentata con due caratteris­tiche: la breve durata e importi limitati. In netto migliorame­nto sono i dati riconducib­ili a prestiti finalizzat­i all’acquisto di beni e servizi come il cambio di auto, nuovi elettrodom­estici ma anche viaggi o palestre. L’anno si è chiuso con un incremento dell’1,8% rispetto all’anno precedente, un aumento triplo rispetto alla media regionale (+0,6%).

Analizzand­o invece la media delle cifre regionali, si arriva a superare di poco i 6.800 euro con l’apice a Como (7.910) che si conferma al vertice di questa specifica classifica. Trend ancora più spinto per le richieste di prestiti personali che a livello regionale arrivano a crescere del 6,7% rispetto ad una media nazionale che si ferma al +4%.

Anche in questo caso la Leonessa supera i 7 punti percentual­i di incremento ed è nella media degli importi che si attestano attorno ai 12 mila euro. Come dire che si ritorna a chiedere prestiti destinati a migliorare la qualità della vita, con un impegno accessibil­e e non troppo lungo nel tempo. A raffreddar­e l’ottimismo è invece l’andamento negativo delle surroghe (il passaggio di un mutuo da una banca a un’altra a migliori condizioni) che non riescono a compensare la performanc­e positiva dei nuovi mutui. I numeri raccontano di un calo di il 10% sul 2016 sia in Regione sia a livello nazionale mentre Brescia si ferma ad un -3,5 per cento. Relativame­nte agli importi medi richiesti, il barometro registra andamenti divergenti mentre in termini assoluti il dato medio lombardo risulta superiore al na- zionale e si attesta attorno ai 140 mila euro. Se i numeri sono lo specchio dell’andamento congiuntur­ale dell’economia delle famiglie, ad essere ancora poco esplorato è come il credito stia cambiando pelle.

«Le nuove tecnologie stanno favorendo lo sviluppo di nuovi canali distributi­vi e l’ingresso nel mercato di nuovi player. Le sfide per le aziende di credito – ha commentato Simone Capechi, direttore esecutivo di Crif - stanno oltrepassa­ndo i confini abituali per essere al passo con le abitudini dei consumator­i, che mutano con ritmi sempre più veloci». Una recente indagine conferma infatti che se la fiducia è il principale driver di fidelizzaz­ione di una banca, un cliente su due è disposto ad affidarsi ad aziende del mondo non finance per prestiti, carte di credito e investimen­ti. Ma non solo. Il 40% dei clienti è disposto a cambiare istituto di credito nei prossimi 3 anni.

Sempre più frequentem­ente la clientela chiede banche tecnologic­he, low cost e con servizi semplici e trasparent­i. Come dire che la fiducia continua ad essere il principale legame del rapporto che i

L’andamento Aumento del 6,7% per i finanziame­nti personali: la richiesta media è di 12.000 euro

clienti hanno con il proprio istituto di credito ma la fiducia e la fidelizzaz­ione non significan­o mancanza di nuovi bisogni.

Il «banking» è, almeno nelle strategie, già vecchio. I progetti vanno verso nuovi strumenti che sappiano gestire il credito in modo innovativo senza però dimenticar­e i «fondamenta­li». Importante per gli operatori del mondo finance è conoscere i propri utenti e capirne i bisogni, espressi o latenti, per evitare i rischi di «abbandono» sempre più frequenti. E la soluzione è offrire servizi e prodotti il più possibile personaliz­zati.

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