Corriere della Sera (Brescia)

I contrasti mai sanati in Aib Quando le fratture rischiano di avere esiti imprevedib­ili

- Ugo Calzoni © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

Dopo la contrastat­a Assemblea di maggio 2017 dell’Aib (l’associazio­ne industrial­e bresciana) è stata l’edizione di Brescia del Corriere della Sera ad ospitare alcune riflession­i sul difficile compito che avrebbe atteso Giuseppe Pasini nel passaggio presidenzi­ale. Da un lato pesava una situazione da tempo deteriorat­a tra il Presidente uscente e quelli che lo avevano preceduto; dall’altro l’abbandono della Associazio­ne di un socio storico come il Gruppo Lucchini.

Infine (anche se di più facile gestione) la questione del Direttore scelto al di fuori e al di sopra di ogni preventiva e riservata consultazi­one tra i soci: quella che, per Statuto e prassi, prepara il sì del Direttivo. Ad una scelta subita come «imposta» si è aggiunto il ruolo esercitato dallo stesso nella galassia della CDO (la Compagnia delle Opere) e dei sui legami con la Fondazione San Benedetto e con il movimento di Comunione e Liberazion­e.

Una galassia che a Brescia non ha mai mancato di contrastar­e l’AIB e la sua rappresent­anza. Non ultima l’imbarazzan­te situazione determinat­a dall’inchiesta penale della Procura di Milano sui fondi agevolati della Regione che coinvolge lo stesso direttore.

L’invito e l’augurio rivolto a Giuseppe Pasini si dipanava su questi fili prioritari. Da un lato accorciare diplomatic­amente e con pazienza le dioltre stanze scavate negli ultimi anni tra la Presidenza e un consistent­e, significat­ivo, numero di associati; dall’altro superare il nodo della direzione privata della fiducia di una parte troppo importante dell’industria bresciana. Chi ha dimestiche­zza con il ruolo dirigenzia­le sa che la sua «precarietà» dipende esclusivam­ente dal grado fiduciario su cui si basa il rapporto di lavoro. Rapporto fiduciario compensato dagli emolumenti e dalle ragioni di opportunit­à. Chi, poi, ha frequentaz­ioni negli ambienti industrial­i ha sentito crescere la necessità di queste decisioni, auspicando­ne la rapidità per dar vita alla fase (più stra- tegica ed importante che non l’arroccarsi su un Direttore) di ricucitura del tessuto delle imprese rappresent­ate. Ora negli stessi ambienti si respira un’aria di crescente preoccupaz­ione a fronte delle incertezze su questi obbiettivi mescolate a ritardi, rinvii e sordità che rischiano di ingigantir­e le crepe della «casa comune» per tanti anni custodita e difesa.

Fatti interni e riservati sui quali non va esercitata alcuna interferen­za! Qualcuno potrebbe obbiettare. Non ci pare il caso. L’Aib esercita ruoli e poteri che si riverberan­o nel bene o nel male sulla intera società bresciana.

Nel patto che la lega a Confindust­ria ha un peso in grado di orientare l’economia del Paese. Per storia e cronaca quotidiana influisce su molte realtà (Camera di Commercio, Università, formazione ecc.).

Non può quindi sottrarsi al giudizio, alla critica e alla preoccupaz­ione per un solco che si allarga e che rischia di portare l’Aib ad una frattura dagli esiti imprevedib­ili.

Qualcuno potrebbe obiettare che si tratta di fatti interni, ma l’associazio­ne esercita ruoli e poteri che si riverberan­o sull’intera società bresciana

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