Corriere della Sera (Brescia)

Lo scivolone e il preludio dei «forconi»

- di Marco Cremonesi

Chi ha visto Fontana ieri mattina, subito dopo il montare dello tsunami mediatico innescato dalla frase, lo descrive come seriamente scombussol­ato dall’accaduto. E certamente, la sua storia personale parla di un uomo delle istituzion­i lontano da estremismi: a suo tempo, da presidente del Consiglio regionale, ha ricevuto le congratula­zioni per l’equilibrio dimostrato anche dagli avversari. Così come la sua misura è stata apprezzata durante i due mandati da sindaco di Varese. Però, la campagna elettorale per la Lombardia è una brutta bestia. Non è una scena locale, ma nazionale. E l’election day, con la politicizz­azione estrema della competizio­ne, non aiuta Fontana a muovere i suoi primi passi da candidato sotto a questi riflettori. Anche se forse la politicizz­azione gli sarà utile per la carica che imprime agli elettori. Il fatto che la sua notorietà sia ancora in parte da costruire potrebbe averlo spinto a pesare poco le parole. E certo, l’essere in onda su

Radio Padania non gli ha impresso la cautela per cui è noto. C’è un altro indizio: anche domenica scorsa, forse cercando un titolo mediatico, se ne era uscito con un «dovremo andare a Roma con i forconi». Ma il puntare a una notorietà che acquisterà comunque non dovrebbe spingere Fontana ad affermazio­ni che poi lo costringan­o alla brusca retromarci­a. E magari, non ci sarebbe stata male una parola di scuse nei confronti di coloro le cui famiglie hanno pagato un prezzo tragico a concetti come quello della «razza». mcremonesi@corriere.it © RIPRODUZIO­NE RISERVATA

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