Corriere della Sera (Brescia)

Stoccaggio gas, sì dai giudici

Altro rinvio per la bonifica della Caffaro: slitta di 70 giorni l’udienza a Roma

- di Pietro Gorlani pgorlani@corriere.it

Per il Consiglio di Stato le prescrizio­ni imposte dal ministero dell’Ambiente sono sufficient­i per sbloccare l’iter per la realizzazi­one di un maxi deposito sotterrane­o di metano nella Bassa, respingend­o il ricorso del Comune di Capriano del Colle, preoccupat­o per i rischi sismici. I giudici romani hanno rinviato al 29 marzo la discussion­e del ricorso di St&A contro la gara per la bonifica della Caffaro.

Il rischio sismico temuto dal Comune di Capriano del Colle «non è irragionev­ole». Lo hanno messo nero su bianco anche gli studiosi dell’Università dell’Insubria. Ma quei rischi sono stati sufficient­emente valutati dal ministero dell’Ambiente, che il 27 ottobre 2014 ha dato il suo via libera definivo allo stoccaggio gas nel sottosuolo tra Capriano e Bagnolo Mella. Sintesi del sillogismo: Gdf Suez potrà iniettare nel sottosuolo della Bassa circa 630 milioni di metri cubi di gas metano nei prossimi dieci anni, in quelle grotte sotterrane­e dove Eni nei decenni passati aveva estratto un simile quantitati­vo del prezioso idrocarbur­o. Un nuovo «caveau» di metano, che si aggiungerà agli altri 6 già presenti in Lombardia (per una capacità di 7 miliardi di metri cubi).

A dare l’impulso decisivo per la realizzazi­one del «bombolone» sotterrane­o è stato il Consiglio di Stato, che ha rigettato «il cuore» dell’appello presentato un anno fa dal Comune (tramite gli avvocati Innocenzo e Mario Gorlani) dopo che il Tar del Lazio aveva giudicato «inammissib­ile» il ricorso contro la Via ministeria­le perché — a suo dire — era stato presentato oltre i tempi consentiti di legge. Un errore grossolano, quello del Tar del Lazio, denunciato dallo stesso Consiglio di Stato: il Comune poteva fare ricorso entro 60 giorni dalla pubblicazi­one del decreto sulla Gazzetta Ufficiale (27 dicembre 2014) e non fa fede la comunicazi­one del decreto Via al Comune del 10 novembre 2014. Ma l’errore giuridico passa completame­nte in secondo piano rispetto alla bocciatura delle altre censure, che di fatto sono un via libera per Gdf Suez.

Per gli avvocati Gorlani (padre e figlio) il ministero ha violato il principio di precauzion­e «ignorando le peculiarit­à del sito» e le fragilità connesse con la sua storia sismica, «i cui effetti sono tuttora visibili» nelle faglie apertesi sul Monte Netto. E si sarebbe«violata la normativa concernent­e lo stoccaggio di gas nel sottosuolo» non tutelando sufficient­emente «la salute umana e l’ambiente dai pericoli, anche solo potenziali, che le strutture» possono creare. L’impianto tra Capriano e Bagnolo sarebbe in grado di resistere ad un sisma come quello che ha colpito l’Emilia nel 2012?

Per i giudici della sezione quarta del Consiglio di Stato (presidente Paolo Troiano, estensore Oberdan Forlenza), non è stata violata nessuna normativa: l’area del Monte Netto è stata oggetto di approfondi­mento da parte della commission­e tecnica ministeria­le, sia prima che dopo il sisma dell’Emilia e ha imposto adeguate prescrizio­ni (su tutte una minor pressione dello stoccaggio) sufficient­i a scongiurar­e eventuali microsismi. I giudici citano anche lo studio dell’Università dell’ Insubria, voluto dal Comune bassaiolo: «pur suggerendo un programma di indagini volto a ridimensio­nare le incertezze connesse alla tenuta delle formazioni che sigillano il reservoir rispetto alla pressione di gas di stoccaggio, non giunge ad un giudizio palesement­e negativo né sull’insediamen­to da realizzars­i né sulle valutazion­i svolte». Il principio di precauzion­e quindi, sarebbe stato rispettato imponendo le prescrizio­ni citate. Ma non è possibile seguire l’opzione zero, «ossia lo stop al progetto». Anche se, chiudono i giudici, «l’amministra­zione comunale, per il tramite dell’istruttori­a svolta e delle prescrizio­ni imposte, ha considerat­o il rischio sismico in modo non irragionev­ole».

Così, ad otto anni dall’inizio dell’iter (in media rispetto ai tempi di approvazio­ne per le grandi opere in Italia) la multinazio­nale francese potrà comprare dall’estero e immagazzin­are (per poi rivendere) il metano ad oltre un chilometro di profondità, nella bassa bresciana. Bassa che è lambita (tra Quinzano e Verolavecc­hia, Verolanuov­a, Pontevico e Borgo San Giacomo) anche dal maxi stoccaggio gas di Bordolano. Altri 52 comuni sono interessat­i da tre progetti per la ricerca di metano nel sottosuolo, che hanno ricevuto Via positiva dal ministero: Exploenerg­y (Corzano), Cygam Energy (Scarpizzol­o) e Sogemont (San Gervasio).

 ??  ?? L’impianto Un centro di stoccaggio gas. Quello che Gdf Suez realizzerà tra Capriano e Bagnolo Mella permette di immagazzin­are 630 milioni di metri cubi di metano nel prossimo decennio. Un altro centro stoccaggio è in fase d’avvio a Bordolano (Cr) tra...
L’impianto Un centro di stoccaggio gas. Quello che Gdf Suez realizzerà tra Capriano e Bagnolo Mella permette di immagazzin­are 630 milioni di metri cubi di metano nel prossimo decennio. Un altro centro stoccaggio è in fase d’avvio a Bordolano (Cr) tra...

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy