Corriere della Sera (Brescia)

Riecco Boscaglia «Brescia, torno per farti grande»

Il sì a pranzo, poi in campo: «La squadra ha potenziale»

- di Luca Bertelli

Lunedì l’arrivo, ieri la firma: adesso Roberto Boscaglia è di nuovo l’allenatore del Brescia, non ci sono più dubbi. Dopo un colloquio in sede con Massimo Cellino, nel pomeriggio l’allenament­o al San Filippo e le prime parole della sua terza esperienza alla guida delle Rondinelle: «Stavolta mi ha scelto il presidente. È tutto come prima — ha detto — perché la squadra è la stessa, ma è anche tutto diverso. Sono molto motivato». (LaPresse/Cavicchi)

In società è cambiato molto, quasi tutto, dall’11 ottobre scorso. È nuova anche la sede sociale, in via Ferramola. Ma al centro sportivo San Filippo, dove Roberto Boscaglia è tornato ieri da allenatore del Brescia dopo 97 giorni di vacanze forzate, è tutto come prima. Stesso staff (lo hanno seguito in blocco i suoi fedelissim­i, incluso Giacomo Violini) e soprattutt­o stessa squadra, dato che gli acquisti ancora latitano così come buona parte delle cessioni. Non c’è stato bisogno di molte parole, nè ai giocatori nè alla stampa: «Abbiamo ripreso il filo interrotto. Non è cambiato niente. Io mi sento diverso, ma non di molto: qualche errore l’ho commesso, non è cambiato il mio modo di vedere il calcio».

L’uomo di Gela è tornato (anche) per questo. Massimo Cellino, con cui è stato a colloquio in sede dalle 12.20 alle 14 circa — i due si erano sentiti via telefono nelle ultime 48 ore — prima di spostarsi in via Bazoli, vuole il 3-5-2 e l’unione di intenti con il proprietar­io è manifesta: «Ritengo che questa squadra— così il tecnico — debba partire da qui: i difensori centrali sposano questo assetto, ne abbiamo tanti in rosa. Cambiare vorrebbe dire andare a prendere giocatori diversi da quelli che cerchiamo. Sono già d’accordo con i direttori sportivi su quali siano gli interventi da apportare».

Esterni, in primis. Uno più difensivo e uno più offensivo, alla Carlos Embalo, obiettivo numero uno. Per colui che dalla panchina lo esaltò a Brescia nella stagione 2015-16. E per Nicola Salerno, che lo ha avuto a Palermo e lo stima. «Embalo può fare tutto», ha detto Boscaglia, che ha invece escluso per ora la possibilit­à di inserire un regista («Andrebbe preso dalla Serie A, ma chi ce l’ha se lo tiene stretto. Se devo prendere un gioca- tore come i nostri non lo prendo...»). Era una priorità solo per Pasquale Marino, congedato ieri dalla società con un comunicato al miele, «è stato sollevato dall’incarico con rammarico, è considerat­o persona seria e tecnico preparato dal presidente».

Arriverann­o anche un incontrist­a e una seconda punta diversa da Torregross­a, al palo per infortunio nelle prime 8 gare del Boscaglia uno. Ma il mercato, pur essendo un’urgenza, non è il tema forte del secondo comingback del siciliano. Lo è, invece, il rapporto da (ri) costruire con Massimo Cellino, anche se questo sembra negli intenti un nuovo inimodulo zio per tutti. «La sua chiamata è stata improvvisa e mi ha sorpreso — spiega — ma ci può stare, ero ancora sotto contratto e la squadra non stava andando benissimo («Ho visto il Brescia di Marino, ma non intendo esprimere giudizi», ha subito specificat­o). Motivazion­i? Ne ho tantissime, vanno trasmesse alla squadra. Siamo convinti che la rosa, pur da migliorare, sia buona e non abbia espresso ancora tutto il suo potenziale. Si può fare bene a un patto: bisogna sempre andare a mille, ho condiviso questo pensiero con il presidente».

Boscaglia mette però l’accento sulla reale, vera differenza tra primo e secondo capitolo del suo rapporto con Cellino. Semplice, ma nodale: «Prima mi aveva trovato qui, senza scegliermi. Adesso è tutto diverso: mi ha voluto lui, è stata una scelta sua riportarmi qui. Otto giornate erano poche per capire cosa si potesse fare con questa squadra». Ventuno, un intero girone di ritorno, sono più che sufficient­i per salvarsi. Non c’è (più) spazio per il futuro, solo per il presente. Che ha già un nome e una data: Avellino, domenica 21 gennaio.

Sono d’accordo con la società sugli innesti. Si parte dalla difesa a tre, Embalo può fare tutto

Non me l’aspettavo ma ci può stare, ero sotto contratto. Motivazion­i? Non mancano mai...

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