La barba bianca di un pittore pop
Un catalogo racconta vita, opere e impegno socialista di Gerolamo Calca, cui è stata dedicata una mostra
«Bimba in rosso», tela del 1920 che apre il voluminoso catalogo delle opere di Gerolamo Calca appena edito dalla Compagnia della Stampa per conto del comune di Rovato e con il contributo della Cogeme, non è il più intenso dei ritratti che resero il Calca un artista amato dal suo tempo ( e poi a lungo dimenticato), ma certo è quello più simbolico. Ritrae la figura in rosso di un bimbo che sorride. Un sorriso dolce di malinconica ritrosia con gli occhi curiosi nascosti nell’ombra di un cappellino rosso come la maglia che indossa. L’intensità cromatica è pari all’intensità del ritratto, in una composizione modernissima che denota il talento ricco del pittore di Franciacorta.
Racconta Beppe Bonetti che del Calca è nipote e custode di memorie, curatore di questa opera, costata anni di ricerca, il carattere dolce dell’artista e la sua figura maestosa di antico socialista libertario. Nella analisitica biografia che apre il catalogo, Bonetti ripercorre la lunga operosa vita del Calca, il sussidio stanziato dal comune di Rovato per consentirgli gli studi a Brera, le prime commissioni e la sua passione per i ritratti e paesaggi e le grandi tele di vita quotidiana, popolare. Senza dimenticare il suo impegno civile. Nel 1914 Calca verrà eletto consigliere comunale nelle file del Partito Socialista e disegnerà la tessera per il circolo socialista rovatese. Per Rovato dipingerà il gonfalone municipale e affrescherà l’aula magna delle scuole elementari con un ciclo di affreschi su «la cacciata dei francesi da Rovato».
Diverrà una icona della pittura di Franciacorta,un territorio che Calca amerà molto. Ne riempiva occhi e mente con quei colori di stagioni colorate. Ritraeva la campagna e tutto ciò che la abita, persone,cose, piante, case, animali. Dipingeva ritratti che stanno nella galleria nobile del Novecento. A guardalo nelle ultime fotografie, Gerolamo Calca appare l’iconografia di se stesso e della propria stagione. La lunga barba bianca di un uomo libero e ricco di sentimenti, gli occhi vivaci e luminosi che riflettono un animo innocente, il sorriso largo e appagato di chi ha visto e fissato per il futuro ciò che la mente ha cercato.
Beppe Bonetti ha già pubblicato un catalogo dei disegni e, dopo questo prezioso volume sulle opere di pittura, va lavorando all’immensa produzione sacra del Calca, scomparso nel 1957. Queste sue opere, di fascino straordinario e di una modernità assoluta, alcune esposte per pochi giorni natalizi nella sede della Cogeme, testimoniano la stagione della pittura dal vero e del realismo lombardi tra il 1900 e il 1950. Sono la misura di un grande artista cui Rovato e la Franciacorta dovrebbero dedicare un progetto museale raffinato come l’identità di un luogo e il talento di un maestro che sopravvive come l’arte che sa esprimere il proprio tempo, senza i confini delle carte geografiche, con l’universalità dei valori che contiene.
Al pittore e alla sua vita la Franciacorta dovrebbe dedicare un progetto museale