Corriere della Sera (Brescia)

LA BUONA POLITICA E LE LISTE

- Di Marco Toresini

Le serate dei lunghi coltelli si consumano spesso tra strepiti e tensioni, guerre fratricide e piccoli ricatti, rivendicaz­ioni di quarti di nobiltà e richieste di salvacondo­tti a qualche padrino più autorevole di altri. No, non è un bello spettacolo quello che si consuma in queste ore nei circoli e nelle sedi di partito per la formazione delle liste. Vi si legge una politica intesa più come potere che come servizio, il tutto infarcito di qualche isterismo di troppo e spesso lontano da principi elementari che vorrebbero in queste occasioni un mix di capacità politica, di reale rappresent­anza di un territorio e di possibilit­à di portar voti alla causa, anche se le battaglie più dure si giocano per i posti che questa complessa legge elettorale mette al sicuro dalle intemperie di un confronto politico in mare aperto. La speranza è che le cronache (rigorosame­nte ufficiose, ma non per questo meno fedeli) che abbiamo ospitato in questi giorni siano solo i risvolti di un sano e muscolare agonismo tipico di ogni vigilia preelettor­ale e che nel «terzo tempo» si parli d’altro. Non più delle proprie aspirazion­i, ma di quelle di un territorio che ha domande da porre e problemi da risolvere. Che vorrebbe, per dirla con il documento firmato martedì dai vescovi lombardi «riaffermar­e la necessità di una buona politica». Che non vorrebbe cedere alle tentazioni dell’astensioni­smo e del disinteres­se. Che chiede, infine, attenzioni ai grandi temi più che alle poltrone.

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