Il vescovo: la denatalità è un problema
Mons. Tremolada indica la priorità alla politica. Migranti: «Sì all’accoglienza ma pensando al futuro»
Se il vescovo di Brescia additerà ai politici la priorità delle priorità, indicherà il tema della denatalità. «È un dato macroscopico, dalle ricadute sociali dirompenti » . Monsignor Pierantonio Tremolada ha chiarito il suo pensiero, e sottolineato questa priorità assoluta, durante l’incontro con i giornalisti bresciani in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono della categoria.
Se il vescovo di Brescia additerà ai politici la priorità delle priorità (e non è escluso che lo faccia, prima delle elezioni) indicherà il tema della denatalità. «È un dato macroscopico, enorme, dalle ricadute sociali dirompenti. La questione della natalità del resto chiama in causa le politiche giovanili, le politiche della famiglia, le politiche del lavoro. Il tema della denatalità dovrebbe essere la stella polare dell’agire politico, infatti esige orientamenti di prospettiva, seri».
Monsignor Pierantonio Tremolada ha chiarito il suo pensiero, e sottolineato questa priorità assoluta, durante l’incontro con i giornalisti bresciani in occasione della festa di San Francesco di Sales, patrono della categoria.
Un appuntamento che, a mo’ di seminario, ha visto l’intervento al Centro Paolo VI di Alessandro Galimberti, presidente dell’Ordine dei giornalisti della Lombardia, su «Il diritto a essere correttamente informati: i media tra disintermediazione e la sfida per una comunicazione al servizio della verità». Con Galimberti hanno dialogato don Adriano Bianchi della Voce del Popolo, Nunzia Vallini del Giornale di Brescia, Riccardo Bormioli di Bresciaoggi e Marco Toresini del Corriere della Sera, oltre allo stesso mons. Tremolada.
In merito agli imminenti appuntamenti politici il vescovo di Brescia ha ricordato il documento appena approvato dalla Conferenza episcopale lombarda su «Partecipazione politica attiva e responsabile per una buona politica».
Un testo che auspica «l’impegno attivo di un numero sempre maggiore di fedeli laici in ambito politico» con un forte richiamo al diritto-dovere del voto. I vescovi lombardi nel loro documento auspicano che «il confronto tra le parti sia il più sereno possibile e non gridato, su programmi ben articolati, sinceri e reali nelle promesse». I temi indicati sono numerosi: la famiglia, i giovani, «le tante forme di povertà», i legami sociali, «la regolamentazione della finanza affinché sia a servizio di una giusta economia e di ogni uomo», «il dialogo e il sostegno all’imprenditoria perché tuteli e crei nuova occupazione».
Interpellato sul tema dei migranti, mons. Tremolada lo collega all’emergenza-denatalità: «L’accoglienza degli immigrati esige una riflessione pacata, non gridata ma seria. L’apporto di queste persone sarà addirittura indispensabile a fronte della denatalità » . Il vescovo chiarisce, ancora una volta, di non essere per un’accoglienza indistinta e indiscriminata: «Essa può e deve avvenire a determinate condizioni. Il tema del rapporto fra ospitalità e sicurezza, fra arrivo e permanenza va approfondito. Le persone vanno accolte dando loro un futuro. L’alternativa non è non accoglierle ma, nel momento in cui le accogliamo, da subito dobbiamo chiederci cosa accadrà loro fra due-tre anni. Bisogna tener conto delle capacità di accoglienza che ci sono nel tessuto sociale e nelle singole comunità».
Mons. Tremolada aveva indicato fra i temi-cardine del proprio episcopato i sacerdoti, i giovani e i poveri. Conferma che si sta muovendo su queste tre linee: «I sacerdoti li sto incontrando in gruppo e individualmente in occasione delle visite che sto facendo alle 32 zone pastorali».
Poi i giovani: «Stiamo promuovendo un ascolto diffuso in vista del sinodo sui giovani di ottobre. Abbiamo chiesto ai giovani più vicini a noi di aprirci al dialogo con gli altri. In particolare abbiamo chiesto loro di aiutarci a capire cosa i giovani ritengono indispensabile, perché è così difficile oggi parlare di fede e infine cosa loro chiedono, cosa apprezzano e cosa criticano della Chiesa. Si tratta — aggiunge il vescovo di Brescia — di un percorso lungo da cui non aspettiamo risultati immediati, nella consapevolezza però che il 90 per cento dei giovani non frequenta i nostri ambienti e pure siamo convinti che il Vangelo offra risposte alle domande delle loro vite».
Quanto al capitolo dei «poveri» mons. Tremolada unisce ammirazione per l’esistente e fiducia nella creatività della Chiesa bresciana: «Prendo atto del molto che si sta facendo. Di fronte a realtà come Caritas, San Vincenzo e Congrega mi tolgo il cappello, Anche per la disabilità a Brescia si fa molto. Con creatività si può crescere ancora, irrobustendo e valorizzando il molto che si sta già facendo».
Vescovi lombardi Da loro un appello per avere programmi politici «sinceri e reali nelle promesse»
Stiamo ascoltando i giovani in vista del sinodo di ottobre. Vogliamo capire cosa chiedono e cosa contestano alla Chiesa: il 90 per cento dei giovani non frequenta i nostri ambienti