Sindaci in campo testimone ai vice
C’è un tema molto discusso in questi giorni nei direttivi di partito del Pd come di Forza Italia. Riguarda le candidature di cinque sindaci alle elezioni regionali (e di altri due alle politiche). La legge parla chiaro: non è possibile ricoprire la doppia carica di consigliere regionale (o di parlamentare) e di primo cittadino. I candidati in corsa, qualora eletti, dovrebbero quindi dimettersi. Se la data delle prossime elezioni è relativamente vicina (l’arco temporale di un anno o giù di lì) è possibile, con un accordo stretto in Prefettura, lasciare la guida del paese nelle mani del vicesindaco. Ma se il futuro appuntamento con le urne è molto più lontano (sarebbe il caso di Bagnolo Mella ma anche di Gottolengo) allora il sindaco decade. Ed il paese deve tornare al voto nella prima data utile.
Alessandro Mattinzoli (Sirmione), Riccardo Venchiarutti (Iseo), Andrea Ratti (Orzinuovi), Patrizia Avanzini (Padenghe sul Garda) se fossero eletti in Regione dovrebbero quindi lasciare la guida del loro paese nelle mani del vicesindaco per 14 mesi. Stessa sorte toccherebbe a Marcello Orizio (Maclodio) papabile candidato di Forza Italia alla Camera (anche se, ad oggi, in una posizione sfavorevole alla trasferta a Roma). Forza Italia, per Mattinzoli (ed eventualmente Orizio) non ha posto alcun veto alle candidature. «Prima di correre per la Regione però — spiega Mattinzoli, che è anche coordinatore provinciale di Forza Italia — ho avuto l’assenso della Prefettura per la consegna degli incarichi al mio vicesindaco». Identica trafila è pronto a sostenere Orizio. Tutt’altro discorso per Cristina Almici, sindaco di Bagnolo Mella, eletta nel 2011 e rieletta nel 2016: si è candidata alle elezioni regionali, sostenuta dal parlamentare uscente Giuseppe Romele. Perché la Bassa ha bisogno di essere più rappresentata, ha detto. Una scelta, la sua, suffragata anche da un sondaggio interno di Forza Italia che la vedrebbe come la più preferenziata tra i candidati bresciani davanti a Mattinzoli, Romele, Simona Tironi (vices indaco di Travagl iato) Gianluigi Raineri (vicecoordinatore provinciale) e Claudia Carzeri (consigliere comunale a Montichiari). Ma i vertici regionali del partito sono fortemente contrari alla sua candidatura (mentre è quasi certa quella di Gabriele Barucco, del Circolo delle Imprese). Non perché manchi d’appeal. Ma perché «condannerebbe» Bagnolo a tornare alle urne. Aprendo la possibilità del ritorno del centrosinistra. Per questo il nome dell’Almici non sarà nel listino dei candidati. L’eventualità di un ritorno alle urne «frena» anche la candidatura di Giacomo Massa, giovane promessa forzista e rieletto sindaco di Gottolengo nel 2017; difficilmente però sarà collocato nella parte alta del listino bloccato della Camera (in zona utile all’elezione).
Il tema sta tenendo banco anche nel Pd. Parte del partito ha sventolato la questione «morale» anche per Andrea Ratti, sindaco di Orzinuovi. Attivisti vicino a Ratti però fanno notare che lo stesso candidato presidente Giorgio Gori dovrebbe lasciare la carica di sindaco di Bergamo, qualora eletto. La «resistenza» dei vertici provinciali e regionali del partito sul nome di Ratti va letta soprattutto nell’ottica delle correnti interne. Ratti (che è anche vicepresidente della Provincia) è «renziano» come il sindaco di Padenghe sul Garda, Patrizia Avanzini: non saranno candidati entrambi nelle liste per le regionali. Ad oggi è molto più probabile che lo sia la sindaca gardesana, sempre che non venga scelta come candidata all’uninominale per il collegio della Camera. Il nodo sarà sbrogliato solo sabato pomeriggio dalla direzione regionale. Va detto che i candidati dati come vincenti, sulla carta, sono Gianantonio Girelli (consigliere regionale uscente) ed il segretario provinciale
Michele Orlando. Buone chance di finire al Pirellone anche per Riccardo Venchiarutti, sindaco di Iseo che corre con la Lista civica Gori Presidente. Ultime evoluzioni del totoliste per il Pd: il responsabile provinciale Ambiente,
Angelo Bergomi (consigliere comunale a Rovato) sarà candidato nel collegio uninominale della Camera di Chiari e non alle regionali. Smentisce invece di essere una papabile candidata Pd Maria Villa Allegri,
presidente Anffas.