Aggredì il capotreno: ora chiede lo sconto
È arrivato a Palazzo di giustizia di buon mattino insieme al suo avvocato. E al padre. In calendario: la prima udienza preliminare a carico di Moussa Diatta, il ragazzo senegalese di 23 anni che il 23 settembre scorso lo aggredì in servizio. Perché fa(ceva) il capotreno, Giordano Stagnati: 25 anni, stava lavorando sulla tratta Cremona- Brescia di Trenord quando fu picchiato e derubato da quel passeggero dopo avergli chiesto il biglietto. Gli disse «negro di m... » : un comportamento («non consono alla sua figura professionale» spiegò l’azienda) che il 13 dicembre scorso è costato a Stagnati una lettera di licenziamento. Già impugnata. «So che ho sbagliato, non avrei dovuto, ho perso il controllo. Ma stavo solo cercando di fare al meglio il mio lavoro».
Per voce del suo legale, l’avvocato Massimiliano Cortellazzi (del foro di Cremona), l’ex capotreno si è costituito parte civile nel processo che l’avvocato difensore di Diatta (non era in aula), Cristina Fratelli, ha chiesto sia celebrato con rito abbreviato davanti al gip Alessandro D’Altilia: ammesso, ma condizionato all’esame in aula della ragazza bresciana che girò un video parziale dell’aggressione e lo pubblicò poi su Facebook. La stessa passeggera, «pure lei sprovvista di biglietto, quindi non proprio super partes» — ha precisato al giudice l’avvocato Cortellazzi — che Giordano Stagnati ha già querelato per diffamazione a causa de gli insulti («pesanti») postati.
Moussa Diatta — che quel giorno fu fermato e arrestato dai carabinieri dopo essere sceso a Bagnolo Mella — deve rispondere di rapina («perché con l’uso della violenza, consistita nello strappare brutalmente dalle mani di Stagnati il palmare utilizzato per la propria attività lavorativa e successivamente scaraventandolo a terra bloccandogli le mani e sferrandogli uno schiaffo, si impossessava sia del palmare che del pos per i pagamenti con carta di credito. Con l’aggravante di aver commesso i fatti su mezzi di pubblico trasporto»), tentata rapina (del telefonino del capotreno), resistenza, lesioni (contusioni al bacino e al polso).
L’udienza si aggiorna all’11 aprile prossimo per l’esame di testimone e imputato e al 9 maggio per la discussione delle parti e la sentenza.
Di certo quello registrato sulla tratta ferroviaria BresciaCremona lo scorso settembre non è l’unico episodio di violenza sui treni. Nonostante il bilancio regionale della Polfer dica che le aggressioni nel 2017 risultino comunque in calo: da 88 a 61 (-31% rispetto al 2016). Nel 66% dei casi l’autore è stato individuato. L’anno scorso la Polizia ferroviaria ha impiegato in Lombardia 30 mila pattuglie nelle stazioni e oltre 8 mila a bordo. In tutto, sono stati scortati 19.905 convogli ferroviari (in media circa 54 al giorno). Non solo: gli agenti hanno predisposto 2.564 servizi antiborseggio (in treno e negli scali) che hanno portato all’arresto di 354 persone e a denunciarne altre 1.789.