Le mani di D’Andrea padre del jazz italiano volano sulla tastiera
Si consolida il rapporto tra il conservatorio cittadino e il pianista Franco D’Andrea con il nuovo appuntamento che il dipartimento di jazz, guidato da Corrado Guarino, ha messo in cartellone nelle giornate di oggi e di domani. L’affollato fine settimana jazzistico cittadino viene aperto questa sera dal concerto straordinario del musicista di Merano, chiamato al Marenzio a tenere una masterclass per musicisti e studenti. Non accessibile a tutti, com’è giusto che sia in un istituto d’alta formazione, il tema del corso «Aree intervallari», titolo che fa riferimento al sistema per l’improvvisazione elaborato da Franco D’Andrea in quarant’anni di ricerche e sperimentazioni. Imperdibile per tutti, viceversa, il recital pianistico che D’Andrea terrà al salone Da Cemmo. Classe 1941, Franco D’Andrea è uno dei musicisti più esplorativi, coerenti, creativi e rigorosi che il jazz italiano abbia mai espresso. È uno dei padri del jazz italiano contemporaneo, ma è anche un decano dell’insegnamento, attività che ha coltivato, parallelamente al concertismo, dal lontano 1978, quando ha iniziato a tenere corsi presso i seminari di Siena Jazz. Dal 1993 sino alla pensione è stato inoltre titolare della cattedra di Musica Jazz presso il Conservatorio di Trento. La sua attività professionale ha avuto inizio nel 1963 con Nunzio Rotondo alla Rai di Roma; del 1964 è il suo primo disco, inciso con Gato Barbieri. Da allora, con progetti sempre originalissimi, dal duo agli ensemble più estesi, e con innumerevoli collaboratori – tra i quali Pepper Adams, Barry Altschul, Don Byas, Jon Christensen, Dave Douglas, Dexter Gordon, Johnny Griffin, Lee Konitz, Steve Lacy, Max Roach, Kenny Wheeler – ha firmato alcune delle pagine più significative del jazz europeo. Ore 20.45, ingresso libero. (l.r.)