Artigiani e politica: lavoriamo insieme per Lombardia 2030
Gli artigiani e le piccole e medie imprese non hanno bisogno di promesse mirabolanti, non è tempo di vendere illusioni: adesso la Lombardia deve cambiare passo, e per farlo il futuro Presidente e la futura maggioranza devono mettere sul piatto priorità riconoscibili, obiettivi ambiziosi ma realistici, sostenibili e misurabili ai quali la Cna di Brescia intende dare il proprio contributo in termini di idee e collaborazione. Serve una nuova visione, nella quale la Lombardia non si deve limitare ad essere la più dinamica delle regioni italiane, ma si deve porre come traino del Paese verso l’Europa e ponte verso il Mediterraneo. La strada per la ripresa economica pare imboccata, ma va governata con una regia coraggiosa. In questa prospettiva la Cna di Brescia pone davanti a partiti, coalizioni, candidati in lizza per le elezioni regionali del 4 marzo una serie di priorità. Fondamentale innanzitutto un piano strategico da realizzare tutti insieme, senza dirigismi e con occhio attento alla sussidiarietà, che guardi al medio-lungo termine, lo si potrebbe chiamare «Lombardia 2030», dove si rimettano al centro le micro e piccole imprese. Su queste imprese grava una pressione fiscale complessiva del 61,2% del reddito prodotto, livello elevatissimo e iniquo, per di più accompagnato da una burocrazia sempre più costosa e opprimente e da una pubblica amministrazione non sempre efficiente. Problemi questi che riguardano direttamente anche la Regione Lombardia, spesso lenta nei provvedimenti, con bandi incerti, tempi lunghi di risposta che viziano le reali possibilità di investimenti con danni per l’economia in generale e per le aziende in particolare che hanno le mani legate e perdono competitività. Quello che serve è invece una Regione Lombardia più performante, veloce, che affianchi concretamente le imprese utilizzando in modo efficace le risorse che ci sono, per esempio a sostegno dell’internazionalizzazione e della formazione degli stessi imprenditori per esempio nei processi di digitalizzazione. Altro punto sul quale Cna vuole coinvolgere i futuri amministratori regionali sono gli incentivi e il credito: è importante infatti individuare le priorità su cui orientare le risorse disponibili puntando su filiere che coinvolgano davvero le micro e piccole imprese. In questo modo le aziende eccellenti ma piccole avranno anche una reale chance di inserirsi nelle reti lunghe del mercato internazionalizzato. Le misure individuate dovranno però avere accurato monitoraggio, comparto per comparto, per verificare l’effettivo ritorno in termini di progettualità realizzata e risultati, e dovranno avere continuità. Devono poi essere resi strutturali interventi per le start up, per le quali Cna con il Premio Cambiamenti sta facendo la sua parte, e se ne devono pensare altri legati al ricambio generazionale. La questione dell’autonomia regionale merita poi una riflessione a sé stante. La sproporzione tra il gettito generato dalle imprese lombarde e i ritrasferimenti è colossale, anche perché l’80% del bilancio della Regione è impegnato sul capitolo Sanità. Le imprese di Cna intendono continuare a muoversi in una logica di solidarietà ma ci si domanda se non si stia esagerando con quanto richiesto ad artigiani ed imprenditori. E poi, come è possibile che in una Lombardia che investe così ampie risorse nella Sanità il privato sia ancora costretto a sopperire alle mancanze del pubblico? Va ricordato infatti che gli artigiani, oltre a pagare, come tutti, le tasse, contribuiscono ulteriormente a Sanità e Welfare attraverso specifiche provvidenze, versate ai dipendenti ed agli enti bilaterali. Serve dunque non solo realizzare competenze autenticamente federali al fine di ridurre la pressione fiscale, ma anche proseguire in una razionalizzazione della spesa e verifica degli obiettivi raggiunti. Se poi se ne aggiungeranno altre, tanto meglio. Altre questioni sulle quali la Cna invita i candidati alle prossime elezioni regionali al confronto sono lo sviluppo delle infrastrutture sostenibili, intese anche come reti digitali e smart-cities, il sostegno alla filiera dell’abitare intelligente, scommettendo sulla riqualificazione urbana e il potenziamento del comparto dei trasporti e delle piattaforme logistiche, superando «spontaneismi», puntando sulle direttrici e sui corridoi comunitari, mettendo al centro delle gare d’appalto sicurezza, legalità, trasparenza, certezza nei pagamenti.