Investimenti, ricerca di Adiconsum «Attento un risparmiatore su due»
Solo il fallimento di quattro banche ha fatto emergere l’ignoranza finanziaria degli italiani. Altra cosa è stata la mala fede di chi ha proposto prodotti ad alto rischio a interlocutori di cui si poteva intuire la scarsa competenza in materie altamente specialistiche. Di fatto si è capita la necessità di una maggiore educazione su questi temi. Una tesi avvalorata da una recente ricerca di Adiconsum e Federconsumatori regionali che hanno predisposto un «decalogo dell’investitore consapevole» proponendolo a 500 famiglie lombarde. Ed allora si scopre che il risparmiatore, almeno in Lombardia, è spesso consapevole dei rischi che corre ma non si preoccupa di avere ben chiari gli obiettivi dell’investimento, non ha una coerente pianificazione temporale e spesso non li controlla con regolarità.
Comportamenti che vanno oltre l’importanza, comunque fondamentale, di accrescere le proprie conoscenze su norme, prodotti e procedure finanziarie. Il risultato è stato quello di trovarsi di fronte a un investitore superficiale che pur conoscendo i comportamenti corretti di un investimento consapevole, nella pratica poi non li applica. La sintesi trova conferma nel dato che solo il 74% degli intervistati ritiene importante «non firmare se non si è capito» ma solo il 62% rispetta questa regola. A verificare la documentazione proposta obbligatoriamente per investire è il 67% con la percentuale che scende al 52 a livello operativo. Solo un risparmiatore su due controlla con cadenza regolare l’andamento dei propri investimenti e in pochi prestano la dovuta attenzione alla voce «costi». Una superficialità che, in particolari situazioni, si paga a caro prezzo.
Dall’indagine emerge quindi anche un identikit dell’investitore lombardo. Il 43% degli investitori interpellati si colloca nella categoria dei «saggi» e tra questi la maggioranza è costituita da donne. I «formalisti» raggiungono quasi il 19% e sono attenti agli aspetti formali del controllo ma meno ai rischi e ai costi dell’investimento. A seguire con il 12% ci sono i «pianificatori», investitori prevalentemente attenti alla pianificazione del proprio risparmio mentre gli “approssimativi” raggiungono il 10 percento e a scalare si trovano i “provvidenzialisti” (8%), gli “insipidi” (5,2%) e gli “incoerenti” (2%). (r.g.)