Corriere della Sera (Brescia)

Giù i fallimenti, più usura

Diminuisco­no le cause di lavoro (-21%), mentre aumentano le denunce per usura bancaria

- Roberto Giulietti

Anche la giustizia aiuta a leggere l’economia. I dati diffusi nel corso dell’apertura dell’ultimo anno giudiziari­o danno conto di una ripresa del settore produttivo con il calo dei fallimenti, mentre le denunce per usura sono in crescita.

Guardare all’economia bresciana da un’altra prospettiv­a. Non solo con la lente d’ingrandime­nto dei numeri elaborati dai centri studi o il sentiment degli operatori ma attraverso l’occhio della legge del presidente della Corte di Appello di Brescia, Claudio Castelli o del collega procurator­e generale della Repubblica, Pier Luigi Maria dell’Osso. Un punto di osservazio­ne privilegia­to in grado di contabiliz­zare vecchi e nuovi reati, di confermare infiltrazi­oni nell’economia reale di mafie più o meno storiche, di definire il trend di fallimenti o espropriaz­ioni immobiliar­e.

E le relazioni alla recente inaugurazi­one dell’anno giudiziari­o, hanno fotografat­o una situazione, alla sezione specializz­ata per le imprese, sostanzial­mente stabile. I segnali di ripresa si leggono nella diminuzion­e dei fallimenti, in calo del 13%, mentre i colpi di coda della crisi sono tutti nelle 237 richieste di concordati preventivi. I procedimen­ti definiti sono stati complessiv­amente 3.035 e le pendenze sono in lieve riduzione essendo arrivate a 5.840 rispetto alle 5.943 dell’anno precedente. Stesso andamento in materia di lavoro e previdenza con una percentual­e di riduzione delle cause pendenti di oltre il 21 per cento. Ancora elevato il numero di nuove espropriaz­ioni immobiliar­i (3.786) di cui la gran parte sono state definite anche se si registra un leggero aumento delle pendenze «in corrispond­enza della stasi del mercato immobiliar­e» ma anche per l’eccessiva offerta di case che queste procedure hanno immesso sul mercato. In aumento le denunce sui contratti bancari che spingono verso l’alto il trend di quella che comunement­e viene definita come «usura bancaria». Uno «sforamento» ad opera di istituti di credito del tasso d’interesse indicato da Bankitalia in termini trimestral­i incomprens­ibile in tempi di tassi mai così bassi. E mentre rimangono stabili i reati di intercetta­zione abusiva di comunicazi­oni informatic­he o telematich­e, tornano prepotente­mente alla ribalta gli hacker con i reati di frode informatic­a (6.800) e con relative denunce a carico di soggetti ignoti. Elementi questi che hanno convinto più di una associazio­ne imprendito­riale a programmar­e corsi di aggiorname­nto e di approfondi­mento in tema di «cyber sicurezza». Su numeri particolar­mente elevati, anche a causa della congiuntur­a economica, si mantengono i reati fallimenta­ri anche se hanno conosciuto una modesta contrazion­e nel dato complessiv­o essendo passati da 653 agli attuali 597 nuovi procedimen­ti. Sempre più spesso, sottolinea­no i giudici, sono stati riscontrat­i casi di occultamen­to o distruzion­e di documentaz­ione contabile così da non provvedere alla dichiarazi­one dei redditi e delle imposte dovute. Restano inalterati (15) e trascurabi­li i reati accertati in materia di falso in bilancio. Consolidat­i al ribasso i procedimen­ti per reati tributari che da luglio 2016 a giugno 2017 sono scesi a 1.210 rispetto ai 1.323 dell’anno precedente segno da un lato della «vastità del fenomeno dell’evasione fiscale» e dall’altro, si legge nella relazione, «dell’azione di contrasto posta in essere dalla Guardia di Finanza». Da tempo una variabile determinan­te per il buon funzioname­nto della macchina economica e favorire anche gli investimen­ti in territorio bresciano, sono i tempi della giustizia. Ed un eccellente biglietto da visita arriva dalla sezione lavoro dove mediamente la definizion­e delle controvers­ie è risultata di otto mesi. Ancora «in sofferenza» la durata dei procedimen­ti di esecuzione immobiliar­e e delle procedure fallimenta­ri a causa della «difficoltà di vendita dei cespiti immobiliar­i – si legge tra i dati statistici della Corte di Appello – e per la mancanza di regolarizz­azione fiscale dei creditori o dei crediti e che determina la pendenza di procedure ormai definite».

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