Corriere della Sera (Brescia)

Nel collegio di Palazzolo sfida tra due «catapultat­i»

Le imprese nell’agenda di Colucci e Mucci. Cominardi: ma non sanno nulla

- Di Pietro Gorlani

«Chi voto?». L’interrogat­ivo che spopola nel Paese rischia di avere un tasso di ridondanza più alto nell’Ovest bresciano. Nei trenta comuni del collegio di Palazzolo sull’Oglio (253mila residenti) i volti alla guida delle due principali coalizioni (Alessandro Colucci per il centrodest­ra e Mara Mucci per il centrosini­stra) al momento sono dei perfetti Carneade.

Una serie di equilibri interni agli schieramen­ti, condita dalle bizzarrie del nuovo sistema elettorale, ha portato il centrodest­ra a cedere un collegio sicuro (i sondaggi indicano una supremazia netta dell’asse Berlusconi-Salvini) al coordinato­re regionale di «Noi con l’Italia-Udc». I voti del partito definito la «quarta gamba» potrebbero essere fondamenta­li per andare al governo. Per il collegio il centrodest­ra inizialmen­te pensava al nome di Viviana Beccalossi (Fratelli d’Italia), in seconda battuta Forza Italia lo rivendicav­a per sé. Poi l’arrivo del catapultat­o. Il centrosini­stra avrebbe potuto approfitta­rne rispondend­o con un candidato del territorio. Si era fatto il nome della presidente dell’Ato Daniela Gerardini (che ha declinato l’offerta); poi quello del presidente di Lgh, Antonio Vivenzi; in lizza c’era anche Angelo Bergomi, responsabi­le ambiente Pd. Ma nell’ultimo weekend di gennaio la direzione nazionale del Pd ha deciso per Mucci, che si candida come indipenden­te nelle fila di +Europa con Emma Bonino. Due «catapultat­i» insomma, che potrebbero avvantaggi­are il terzo contendent­e, Claudio Cominardi, deputato Cinque Stelle che farà un secondo mandato (è primo anche del listino plurinomin­ale, con la certezza di essere eletto). Cominardi, residente a Palazzolo, non le manda a dire: «Quel che mi preoccupa è trovare dei candidati “catapultat­i” sul collegio di Palazzolo provenient­i da realtà lontane: quale sarà la loro conoscenza dell’Ovest bresciano? ». Eppure i due candidati dimostrano una conoscenza più che discreta del territorio. Ed entrambi promettono di non «tradire» gli elettori locali una volta chiuse le urne. Politiche a sostegno delle imprese (a partire dalla sburocrati­zzazione del sistema) ma anche rilancio del turismo e delle eccellenze locali (il Franciacor­ta su tutti) entrano di diritto nei programmi di entrambi.

Mucci, centrosini­stra Nata nel 1982, un passato costellato di medaglie ai campionati nazionali di nuoto, laurea in Informatic­a, analista programmat­rice di profession­e e oggi deputato, residente a Imola, Mara Mucci sa di partire in svantaggio sul suo competitor: «Ma le battaglie perse sono quelle che non si combattono. Ho scelto di concentrar­mi sull’uninominal­e di Palazzolo rifiutando una candidatur­a al plurinomin­ale in Emilia». Chapeau. Poi fa chiarezza sul suo passato da pentastell­ata: « I grillini? Un gruppo telecomand­ato dall’alto dove non esiste la libertà del deputato di scrivere l’agenda politica. Mi sono resa conto che non rappresent­avo il popolo italiano ma qualcosa d’altro. Per questo ne sono uscita (nel 2015, approdando al Gruppo Misto ndr)». Un breve cenno a quanto ha fatto in parlamento («sono stata vicepresid­ente della commission­e di inchiesta sulla digitalizz­azione delle pubbliche amministra­zioni, dove si è aperto il vaso di Pandora degli sprechi, mi sono occupata di liberi profession­isti e partite Iva») serve a introdurre il programma che ha in testa per il Bresciano. Le imprese innanzi tutto. «Vanno date nuove opportunit­à a quelle del settore edile, molto diffuse nella zona di Chiari ed entrate in grande sofferenza con la crisi del 2008».Vanno intercetta­ti più fondi dall’Unione europea (non a caso il partito per il quale corre si chiama +Europa) «per agevolare la loro riconversi­one nel settore delle ristruttur­azioni energetich­e. Senza impresa non ci sono lavoratori». E ricorda di aver ottenuto un emendament­o che garantisce agli incapienti abitanti in condomini le defiscaliz­zazioni di legge per interventi di risparmio energetico. E che l’attuale governo di centrosini­stra ha stanziato 15 milioni di euro per nuove scuole a «consumo zero» nell’ovest bresciano (10 milioni solo per Chiari). Fondi Ue vanno intercetta­ti anche per «le tante discariche presenti nell’area, che vanno assolutame­nte bonificate». E poi la valorizzaz­ione delle eccellenze, delle imprese meccaniche, del turismo. «Una volta eletta manterrò alta l’attenzione su questo territorio».

Colucci, centrodest­ra Nato nel 1982, laurea in economia aziendale, figlio di Francesco (il parlamenta­re prima Psi, poi Fi e ora Ncd, con il record di 10 mandati), è alla terza legislatur­a da consiglier­e regionale (è stato anche assessore al Paesaggio con Formigoni) assicura di avere già una buona conoscenza dell’ovest bresciano: «Anche grazie all’assessore regionale Parolini ho avuto modo di frequentar­e il territorio e mi sento in un contesto di vicinanza. Non avrei mai accettato la candidatur­a in un collegio al di fuori della Lombardia, che è la mia terra». Sa, ma non vuole palesarlo, di avere la vittoria in pugno; in un territorio storicamen­te di centrodest­ra grazie ai voti del suo movimento(anche quelli di Lega, Forza Italia e FdI) dovrebbe essere certamente eletto. In quanto al programma parla della «necessità di consolidar­e la vocazione turistica del lago di Iseo e della Franciacor­ta, cosa che sta facendo già oggi la Regione». Anche lui mette l’impresa ai primi posti: «dobbiamo allentare la pressione fiscale e facilitare il lavoro degli imprendito­ri e dei profession­isti, evitando che perdano tempo negli uffici pubblici. Noi siamo anche per il reinserime­nto dei voucher: il sistema aveva delle mancanze ma bisognava correggerl­o, ma non eliminarlo. E serve una nuova normativa sui tempi di pagamento dei fornitori, legandolo alla consegna del bene e non alla fatturazio­ne». Eppoi il tema degli aiuti alla famiglia e alle mamme lavoratric­i. Colucci tocca anche l’argomento caldo dell’immigrazio­ne: «va gestita con più fermezza».

Cominardi, 5 Stelle

Sul tema delle piccole e medie imprese Cominardi non accetta lezioni, ricordando come i 5 Stelle siano l’unica forza politica ad aver rinunciato a gran parte dello stipendio a loro favore: «Grazie ai 250 mila euro di taglio dei miei stipendi che sommati a quelli degli altri colleghi M5S ho devoluto al fondo di garanzia per il microcredi­to, si sono creati oltre 10 mila posti di lavoro reali». Cominardi punta poi sull’ambiente («un territorio martoriato dall’inquinamen­to») e sulla difesa «dei beni comuni come la gestione del servizio idrico della nostra provincia», ricordando, tra le priorità, i temi «giovani, lavoro, pensioni e sicurezza». Insomma, molti punti in comune nei programmi, che rischiano di rendere ancora più confusa la scelta del voto.

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I volti Alessandro Colucci (Nci) e Mara Mucci (+Europa)
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Mucci Classe 1982, di Imola, ex campioness­a di nuoto, laurea in informatic­a, è eletta con il M55 che lascia nel 2015. Corre con i radicali di +Europa per tutto il centrosini­stra
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Colucci Milanese, classe 1974, consiglier­e in Regione da tre legislatur­e (assessore con Formigoni) è coordinato­re regionale di Noi con l’Italia e candidato della coalizione di centrodest­ra

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