Nel collegio di Palazzolo sfida tra due «catapultati»
Le imprese nell’agenda di Colucci e Mucci. Cominardi: ma non sanno nulla
«Chi voto?». L’interrogativo che spopola nel Paese rischia di avere un tasso di ridondanza più alto nell’Ovest bresciano. Nei trenta comuni del collegio di Palazzolo sull’Oglio (253mila residenti) i volti alla guida delle due principali coalizioni (Alessandro Colucci per il centrodestra e Mara Mucci per il centrosinistra) al momento sono dei perfetti Carneade.
Una serie di equilibri interni agli schieramenti, condita dalle bizzarrie del nuovo sistema elettorale, ha portato il centrodestra a cedere un collegio sicuro (i sondaggi indicano una supremazia netta dell’asse Berlusconi-Salvini) al coordinatore regionale di «Noi con l’Italia-Udc». I voti del partito definito la «quarta gamba» potrebbero essere fondamentali per andare al governo. Per il collegio il centrodestra inizialmente pensava al nome di Viviana Beccalossi (Fratelli d’Italia), in seconda battuta Forza Italia lo rivendicava per sé. Poi l’arrivo del catapultato. Il centrosinistra avrebbe potuto approfittarne rispondendo con un candidato del territorio. Si era fatto il nome della presidente dell’Ato Daniela Gerardini (che ha declinato l’offerta); poi quello del presidente di Lgh, Antonio Vivenzi; in lizza c’era anche Angelo Bergomi, responsabile ambiente Pd. Ma nell’ultimo weekend di gennaio la direzione nazionale del Pd ha deciso per Mucci, che si candida come indipendente nelle fila di +Europa con Emma Bonino. Due «catapultati» insomma, che potrebbero avvantaggiare il terzo contendente, Claudio Cominardi, deputato Cinque Stelle che farà un secondo mandato (è primo anche del listino plurinominale, con la certezza di essere eletto). Cominardi, residente a Palazzolo, non le manda a dire: «Quel che mi preoccupa è trovare dei candidati “catapultati” sul collegio di Palazzolo provenienti da realtà lontane: quale sarà la loro conoscenza dell’Ovest bresciano? ». Eppure i due candidati dimostrano una conoscenza più che discreta del territorio. Ed entrambi promettono di non «tradire» gli elettori locali una volta chiuse le urne. Politiche a sostegno delle imprese (a partire dalla sburocratizzazione del sistema) ma anche rilancio del turismo e delle eccellenze locali (il Franciacorta su tutti) entrano di diritto nei programmi di entrambi.
Mucci, centrosinistra Nata nel 1982, un passato costellato di medaglie ai campionati nazionali di nuoto, laurea in Informatica, analista programmatrice di professione e oggi deputato, residente a Imola, Mara Mucci sa di partire in svantaggio sul suo competitor: «Ma le battaglie perse sono quelle che non si combattono. Ho scelto di concentrarmi sull’uninominale di Palazzolo rifiutando una candidatura al plurinominale in Emilia». Chapeau. Poi fa chiarezza sul suo passato da pentastellata: « I grillini? Un gruppo telecomandato dall’alto dove non esiste la libertà del deputato di scrivere l’agenda politica. Mi sono resa conto che non rappresentavo il popolo italiano ma qualcosa d’altro. Per questo ne sono uscita (nel 2015, approdando al Gruppo Misto ndr)». Un breve cenno a quanto ha fatto in parlamento («sono stata vicepresidente della commissione di inchiesta sulla digitalizzazione delle pubbliche amministrazioni, dove si è aperto il vaso di Pandora degli sprechi, mi sono occupata di liberi professionisti e partite Iva») serve a introdurre il programma che ha in testa per il Bresciano. Le imprese innanzi tutto. «Vanno date nuove opportunità a quelle del settore edile, molto diffuse nella zona di Chiari ed entrate in grande sofferenza con la crisi del 2008».Vanno intercettati più fondi dall’Unione europea (non a caso il partito per il quale corre si chiama +Europa) «per agevolare la loro riconversione nel settore delle ristrutturazioni energetiche. Senza impresa non ci sono lavoratori». E ricorda di aver ottenuto un emendamento che garantisce agli incapienti abitanti in condomini le defiscalizzazioni di legge per interventi di risparmio energetico. E che l’attuale governo di centrosinistra ha stanziato 15 milioni di euro per nuove scuole a «consumo zero» nell’ovest bresciano (10 milioni solo per Chiari). Fondi Ue vanno intercettati anche per «le tante discariche presenti nell’area, che vanno assolutamente bonificate». E poi la valorizzazione delle eccellenze, delle imprese meccaniche, del turismo. «Una volta eletta manterrò alta l’attenzione su questo territorio».
Colucci, centrodestra Nato nel 1982, laurea in economia aziendale, figlio di Francesco (il parlamentare prima Psi, poi Fi e ora Ncd, con il record di 10 mandati), è alla terza legislatura da consigliere regionale (è stato anche assessore al Paesaggio con Formigoni) assicura di avere già una buona conoscenza dell’ovest bresciano: «Anche grazie all’assessore regionale Parolini ho avuto modo di frequentare il territorio e mi sento in un contesto di vicinanza. Non avrei mai accettato la candidatura in un collegio al di fuori della Lombardia, che è la mia terra». Sa, ma non vuole palesarlo, di avere la vittoria in pugno; in un territorio storicamente di centrodestra grazie ai voti del suo movimento(anche quelli di Lega, Forza Italia e FdI) dovrebbe essere certamente eletto. In quanto al programma parla della «necessità di consolidare la vocazione turistica del lago di Iseo e della Franciacorta, cosa che sta facendo già oggi la Regione». Anche lui mette l’impresa ai primi posti: «dobbiamo allentare la pressione fiscale e facilitare il lavoro degli imprenditori e dei professionisti, evitando che perdano tempo negli uffici pubblici. Noi siamo anche per il reinserimento dei voucher: il sistema aveva delle mancanze ma bisognava correggerlo, ma non eliminarlo. E serve una nuova normativa sui tempi di pagamento dei fornitori, legandolo alla consegna del bene e non alla fatturazione». Eppoi il tema degli aiuti alla famiglia e alle mamme lavoratrici. Colucci tocca anche l’argomento caldo dell’immigrazione: «va gestita con più fermezza».
Cominardi, 5 Stelle
Sul tema delle piccole e medie imprese Cominardi non accetta lezioni, ricordando come i 5 Stelle siano l’unica forza politica ad aver rinunciato a gran parte dello stipendio a loro favore: «Grazie ai 250 mila euro di taglio dei miei stipendi che sommati a quelli degli altri colleghi M5S ho devoluto al fondo di garanzia per il microcredito, si sono creati oltre 10 mila posti di lavoro reali». Cominardi punta poi sull’ambiente («un territorio martoriato dall’inquinamento») e sulla difesa «dei beni comuni come la gestione del servizio idrico della nostra provincia», ricordando, tra le priorità, i temi «giovani, lavoro, pensioni e sicurezza». Insomma, molti punti in comune nei programmi, che rischiano di rendere ancora più confusa la scelta del voto.