Corriere della Sera (Brescia)

Alzheimer, un bresciano inaugura a Ginevra il Centro della Memoria

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Proprio quando si è scoperto che l’Italia è dietro la Svizzera per qualità della vita e influenza politica globale, un bresciano ha esportato nel Paese elvetico un modello di cura per le persone con disturbi di memoria e i malati di Alzheimer.

Giovanni Frisoni, neurologo ed ex direttore scientific­o del Fatebenefr­atelli, ieri ha aperto il nuovo Centro della memoria a Ginevra. Il Centro, che scaturisce dalla collaboraz­ione con l’istituto bresciano ed è opera degli Ospedali Universita­ri Riuniti della città svizzera, offrirà diagnosi, presa in carico e terapie personaliz­zate. Il progetto è il seguito naturale di 22 anni di lavoro clinico e di ricerca al Fatebenefr­atelli, orgoglio bresciano della ricerca e della cura dei malati di Alzheimer e con malattie psichiatri­che. «La diagnosi viene effettuata con la tecnologia più avanzata disponibil­e in questo momento storico» racconta Frisoni. «Le esperienze effettuate a Brescia su risonanza magnetica e Pet di amiloide, una delle due proteine tossiche che provocano la degenerazi­one nel cervello dei malati, hanno permesso di sviluppare una piattaform­a diagnostic­a che include anche la Pet della proteina tau, il secondo killer molecolare della malattia. Inoltre, abbiamo sviluppato un protocollo per valutare il rischio di sviluppare malattia di Alzheimer in persone con storia familiare o persone che sono sempliceme­nte preoccupat­e di mantenere la memoria il più a lungo possibile». Grazie a un’alleanza con l’associazio­ne svizzera per la ricerca sull’Alzheimer, costruita negli oltre 4 anni durante i quali il professore ha lavorato nella città lemanica, sono stati raccolti 3 milioni di franchi (circa 2,7 milioni di euro): i fondi hanno permesso di ristruttur­are gli spazi dell’ospedale universita­rio e di assumere personale per offrire ai malati ginevrini (e non solo) accesso alle cure più avanzate per la malattia. «Gli attuali 350 metri quadrati saliranno a 550 nel giro di 2-4 anni, quando si concluderà un importante sforzo di ristruttur­azione di un’intera ala dell’ospedale, in cui il Centro della Memoria è un elemento strategico» ha fatto sapere Frisoni.

L’asse Ginevra-Brescia, in ogni caso, continuerà a condivider­e esperienze: studi congiunti di neuroimmag­ine avanzata e sul microbiota intestinal­e sono in corso su pazienti italiani e svizzeri con disturbi di memoria. «Il Fatebenefr­atelli desidera consolidar­e le collaboraz­ioni internazio­nali con centri di eccellenza, come quello di Ginevra, per offrire ai malati bresciani una cura sempre al livello dei massimi standard internazio­nali» ha fatto sapere fra Marco Fabello, presidente del cda del Fatebenefr­atelli. Parole che si sgretolano, facce e cose che si fanno irrintracc­iabili, ricordi che si sfaldano: la demenza è un’emergenza sanitaria. Circa 16 mila persone ne sono affette solo nella provincia di Brescia, e si pensa che il numero dovrebbe raddoppiar­e entro il 2035. A questi casi, bisogna aggiungere le circa 60 mila persone con problemi di memoria più leggeri. Tra questi, otto su dieci sono provocati dall’Alzheimer.

 Frisoni La diagnosi viene effettuata attraverso le tecniche più avanzate disponibil­i. Ci saranno progetti condivisi con Brescia

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