Mazzette dall’impresa Arrestati due finanzieri
«La verifica andrà bene, ma servono dieci litri di olio». Così la commercialista scriveva all’imprenditore suo cliente, ma non parlava di prodotti alimentari. Il messaggio sul gruppo Whatsapp si riferiva al proposito di aggiustare una verifica fiscale, sfruttando le entrature nella Guardia di finanza. È per questo piano mal riuscito che sono stati arrestate tre persone su ordinanza del gip di Busto Arsizio: il maresciallo capo della Gdf di Varese Mario Putino, 49 anni, e sua moglie, la commercialista di Gallarate Grazia Leggieri Camardo, 47 anni (sono agli arresti domiciliari); il luogotenente delle Fiamme Gialle di Busto Arsizio Ruggiero Tiritiello, 56 anni (è in carcere). La commercialista cura gli interessi dell’imprenditore edile Antonio Bernasconi. Nel 2016 la Finanza piomba nella sua azienda. Gli agenti trovano 16 assegni del valore di 350 mila euro. Sono soldi in nero, fatti transitare da un conto svizzero ma tornati in Italia illegalmente. La donna chiama il marito
Il messaggio «La verifica andrà bene ma servono dieci litri di olio (10 mila euro,
finanziere e questi si rivolge al capopattuglia che sta effettuando la verifica: bisogna aggiustare il guaio e coprire tutto. Incontri, telefonate, poi il messaggio decisivo. È lo stesso Bernasconi, interrogato dalla Gdf di Varese a confermare tutto: «Voleva 10 mila euro». Gli assegni vengono fatti passare per un prestito appena restituito, ma il capopattuglia vuole alzare il prezzo e scrive ancora al collega: «Ora dobbiamo però giocare nel campo grande, dobbiamo essere dieci contro dieci, o meglio ancora undici contro undici». I pm li ascoltano e li seguono, sono in attesa della consegna del denaro; ma una talpa avverte i tre indagati e della mazzetta non se ne fa nulla. L’imprenditore ammette che il finanziere non voleva giocare a pallone, ma chiedeva altro denaro. Al finanziere Tiritiello vengono contestati altri due casi: a Lonate Pozzolo e Busto Arsizio, vicende in cui, per chiudere un occhio, ha intascato 1.000 euro al prima volta e 300 euro la seconda. Per i pm Luigi Furno e Nicola Rossato, significativo è stato il lavoro della Guardia di finanza «che ha operato in condizioni molto difficili».