Diploma breve «Penalizzati»
In aumento la speranza di vita alla nascita: 81 anni per i maschi e 86 per le femmine
Sette scuole bresciane hanno ottenuto l’autorizzazione dal ministero a sperimentare il corso di diploma a quattro anni. Ma l’autorizzazione è arrivata quando le iscrizioni erano quasi chiuse. Dal Capirola: «Penalizzati».
Popolazione in calo, meno nati, età media in crescita. I dati demografici diffusi ieri dall’Istat fotografano un’Italia sempre più anziana, con un problema demografico sempre più incombente. La provincia di Brescia, in tale contesto, non fa ovviamente eccezione ma ha alcune differenze che meritano di essere ricordate.
Innanzitutto la città, che a differenza della provincia cresce nel numero di abitanti. I centri urbani — il tema non riguarda solo Brescia — sono da qualche anno più attrattivi, soprattutto per i giovani. La provincia, meno in grado di essere competitiva sul fronte dei servizi, perde invece abitanti. Non per caso, al di là del capoluogo, sono i centri di maggiori dimensioni della provincia (che hanno scuole, ospedali, trasporti pubblici, reti digitali adeguate e via dicendo) quelli che crescono, a discapito dei centri minori. Oltre a questo, grazie a una componente migratoria che ha contribuito non poco a rendere la nostra provincia più giovane e dinamica, la struttura della popolazione è parzialmente diversa rispetto a quella nazionale. A Brescia gli under 14 sono ancora il 14,7% della popolazione (in Italia sono il 13,5%) e minore, allo stesso modo, è la componente di over 65. Gli immigrati bresciani – che pur si stanno avvicinando rapidamente agli standard degli autoctoni – sono anche quelli che contribuiscono a tenere Brescia su scale lievemente migliori rispetto al dato nazionale.
Il quoziente di natalità, il numero di nuovi residenti in rapporto alla popolazione, pur in calo anche quest’anno resta superiore di circa tre decimali rispetto a quello lombardo (8 per mille) e di oltre mezzo punto rispetto alla media nazionale. Lo stesso vale per la fecondità (in calo) e per l’età media del primo parto, che a Brescia è intorno ai 31 anni e mezzo, sei mesi prima rispetto alla media lombarda (32 anni) e inferiore a quella nazionale. In crescita è la mortalità (decessi in rapporto agli abitanti): in Lombardia è data al 9,9 per mille, in aumento di circa o,5 punti; a Brescia, seguendo lo stesso trend, dovrebbe superare il 9 per mille, numeri comunque inferiori alla media nazionale e da leggere ovviamente in relazione al progressivo invecchiamento della popolazione.
Contestualmente è però anche in crescita la speranza di vita alla nascita della popolazione e, a differenza che in passato, tende a uniformarsi tra maschi e femmine: per gli uomini è 81 anni circa, per le donne resta di 86. A Brescia l’età media, al primo gennaio 2017 data a 44 anni, crescerà quest’anno di un paio di mesi e continuerà ad essere inferiore di un anno rispetto alla media nazionale. Brescia un po’ più giovane della penisola quindi, ma tutto questo consola relativamente visto che le tendenze sono comunque molto simili.