Il Pd si ricompatta: «Noi gli unici credibili»
Il catapultato Messina attacca il competitor Paroli (FI): «Non ha fatto bene il sindaco e si candida?» Girelli e Cominelli preparano il ticket per il Pirellone: «Sanità, trasporti e ambiente le nostre priorità»
Stretti in un abbraccio per la foto di rito, i candidati del Pd provano a scacciare il grande freddo sceso dopo la formazione delle liste per le elezioni politiche (4 catapultati da fuori provincia) e regionali (dove ha tenuto banco l’esclusione del sindaco Ratti). Lo fanno rivendicando tutto ciò che di buono ha fatto il governo (i passi avanti sui diritti civili ma anche la fermezza di Minniti sul tema immigrazione), e ricordando che il Pd ha un programma concreto, senza false promesse. Sia per il governo del Paese che della Lombardia, «dove c’è molto da fare ancora in tema di sanità, trasporti e ambiente» ricordano i candidati Girelli e Cominelli, che faranno un ticket per la campagna elettorale (visto che sulla scheda si può mettere una doppia preferenza con l’obbligo dell’alternanza di genere).
Il deputato uscente Alfredo Bazoli (unico con la certezza di essere rieletto con la Berlinghieri, perché primi nel listino bloccato della Camera) ricorda che la scelta delle liste «è stato un percorso complicato» ma «è ora di pensare con entusiasmo alla campagna elettorale senza promesse mirabolanti ma esibendo i risultati». E sottolinea: «siamo l’unica coalizione che ha una vocazione fortemente europeista». Già, perché dall’Europa può arrivare quel sostegno economico fondamentale per l’Italia. Marina Berlinghieri sottolinea il lavoro fatto sul recupero delle periferie («che ha visto Brescia capofila nell’ottenere finanziamenti») e l’impegno per dare più competitività alle imprese («diminuendo i costi dell’energia abbiamo consentito a più di 300 imprese bresciane di essere più competitive a livello internazionale»).
Per il centrosinistra però è fondamentale la vittoria in Lombardia, «dove la sanità non è più un diritto per tutti», incalza Gianantonio Girelli, che solleva anche la questione morale: «la consiliatura, così come quella di Formigoni, è stata ancora caratterizzata da arresti e scandali che minano la credibilità delle istituzioni» (dai vertici di Fnm all’indagine per corruzione del vicepresidente Mantovani). E poi c’è l’ambiente: «dalla Caffaro al fattore di pressione ci sono diverse negatività da sanare — dice Miriam Cominelli (LaPresse) —. La Regione deve diventare motore dell’economia circolare». Ignazio Messina (segretario Idv ed ex sindaco di Sciacca, minacciato dalla mafia) è candidato al Senato e attacca il suo competitor, Adriano Paroli: «se uno non ha fatto bene il sindaco è legittimato a rappresentare la sua comunità in parlamento?». L’emiliana Mara Mucci (candidata all’uninominale di Palazzolo) rifugge la polemica sui catapultati: «un parlamentare rappresenta tutto il Paese». Antonio Vivenzi (candidato all’uninominale della Camera in città) esordisce a mo’ di battuta chiedendo alla Mucci se voglia fare cambio (da franciacortino sarebbe stato più efficace sul suo territorio) ma in campagna elettorale difenderà «la concretezza amministrativa della città di Brescia». Ora, i sondaggi danno il centrodestra in forte vantaggio ma senza i numeri necessari per formare un governo. I parlamentari bresciani ragionano in termini di larghe intese? Risponde Bazoli: «Immaginare ora soluzioni al buio è esercizio sterile. La palla sarà nelle mani di Mattarella».