Corriere della Sera (Brescia)

Dieci candeline per i Calibro 35

«Facciamo pezzi strumental­i, in teoria saremmo fuori dal mercato e invece...»

- Raffaella Oliva

Sono trascorsi dieci anni da quando i Calibro 35 si sono presentati sulla scena musicale con l’intento di omaggiare le colonne sonore dei poliziotte­schi anni 70 e maestri come Ennio Morricone e Luis Bacalov. Tempo di anniversar­i per la band di Enrico Gabrielli, Massimo Martellott­a, Luca Cavina e Fabio Rondanini, oltre che di Tommaso Colliva, da sempre alla direzione artistica. Non a caso il nuovo disco del gruppo, appena uscito per la milanese Record Kicks, s’intitola «Decade». «Come a ogni compleanno i bilanci si fanno e il nostro è positivo», commenta Colliva. «Siamo un progetto atipico, facciamo pezzi strumental­i, in teoria saremmo fuori dal mercato, ma abbiamo suscitato attenzione in aree molto varie: penso alla partecipaz­ione al Nublu Jazz Festival, in Brasile, nel 2013, con Roy Ayers e gli Headhunter­s, tra i miei idoli di quand’ero ragazzino, o a quando Dr. Dre ha usato un nostro campione per un suo brano».

Tornando a «Decade», la band lo presenterà domani all’Alcatraz con gli Esecutori di Metallo su Carta, piccola orchestra di archi, fiati e percussion­i (via Valtellina 25, ore 21, € 15). «Nel 2011 il Dal Verme ci chiese di mettere in piedi uno spettacolo per una rassegna e decidemmo di basarlo sulle musiche del cinema giallo e thriller italiano: da lì l’esigenza di un ensemble allargato, che ora abbiamo recuperato per questo nuovo lavoro». Arricchito da strumenti quali il vietnamita Dan Bau e il Waterphone, percussion­e che produce suoni dissonanti, l’album si apre a influenze afro e jazz. «La principale è l’ultimo disco di Tony Allen», spiega Colliva. Se di recente Gabrielli ha collaborat­o con PJ Harvey, lui è noto per il Grammy vinto con i Muse per l’album «Drones». Cinque anni fa si è trasferito a Londra: «Lavoravo con l’Inghilterr­a da tempo, ma viverci mi sta permettend­o di fare esperienze che mai avrei immaginato. Ho appena mixato il mio primo disco di afro music, sono davvero contento. Come sono felice di aver registrato “Decade” a Milano, alle Officine Meccaniche di Mauro Pagani, dove iniziai come fonico a 19 anni».

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