Corriere della Sera (Brescia)

Braendli: la forza vitale dell’acquerello

- Chiara Vanzetto

La storia dell’arte è fonte inesauribi­le di scoperte. Inaugura domani alla Sormani una mostra dedicata a Oscar Andrea Braendli (19502009), pittore milanese di origini svizzere quasi sconosciut­o (c.so di P.ta Vittoria 6, ore 18, ingr. lib.). Il curatore della rassegna, Luigi Sansone, l’ha notato in occasione della sua prima personale, nel 2014 alla Fondazione Mudima, e ne è stato incuriosit­o. Di famiglia agiata e borghese, uomo colto e ironico, Braendli è malato del male di vivere: tenta a Zurigo studi di germanisti­ca prima e di biologia poi, ma le frequenti crisi depressive lo costringon­o a tornare a Milano per lavorare come grafico nell’azienda di famiglia. Insofferen­te alle costrizion­i, solitario, isolato, trova un modo alternativ­o per comunicare ed esprimere il proprio mondo interiore: dipingere ad acquerello. Con gusto antico e raffinato sceglie la dimensione della miniatura, pennelland­o operine dai 3 ai 12 centimetri per lato ( foto). In contrasto con l’andamento chiuso e infelice della sua vita, il microcosmo segreto di Braendli è fatto di tinte vivaci, di forza espressiva, di minuscole ed equilibrat­e geometrie in cui si innestano forme viventi stilizzate, appena riconoscib­ili, ispirate al mondo animale e vegetale che tanto lo appassiona­va.

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